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Durante la carriera di musicista si è dedicato anche alla scrittura e alla pittura.Nato nello stato di Washington, si trasferì da piccolo con la famiglia nei pressi di Pasadena, nella California meridionale. Sin da giovanisimo si appassionò alla musica blues, seguendo concerti e imparando a suonare l'armonica a bocca. Lasciati gli studi a sedici anni, abbandonò la California dirigendosi dapprima alle Hawaii, poi alle Isole Vergini, a New York e a New Orleans. Durante queste peregrinazioni, Forest si mantenne svolgendo i lavori più vari: fu tra l'altro marinaio, raccoglitore di cotone, elettricista, pescatore. Altrettanto eclettica è la sua formazione strumentale: oltre a cantare e suonare l'armonica a bocca, studiò chitarra, violino, basso e sassofono. Nel 1974 prese la decisione di fissare la sua residenza a New Orleans, dove abitò per tre anni durante i quali si diede al professionismo suonando con Earl King e John Mooney, e crescendo musicalmente sotto l'influsso di Sonny Terry, Little Walter Jacobs, James Cotton, Paul Butterfield, Taj Mahal e Charlie Musselwhite.
Nel 1977 si rimise in viaggio, questa volta diretto in Europa, toccò l'Italia e qui si stabilì per quasi quindici anni, continuando a girare per il Vecchio Continente con una breve e poco fortunata incursione in Marocco e in Senegal. In Francia prese contatto con il chitarrista malgascio Tao Ravao. Il 1979 lo vide a Bologna, dove incise il primo disco, The List, con la sua band Andy J. Forest & the Stumblers. Il disco fu pubblicato dalla Italian Records di Oderso Rubini. Il 2 aprile 1979 Andy J. Forest partecipò al Bologna Rock, un festival che si svolse al Palasport e che vedeva sul palco i migliori gruppi dell'allora scena punk rock e new wavebolognese. Fra questi vi erano i Windopen, Gaznevada, Skiantos, Bieki, Naphta, Confusional Quartet, Luti Chroma, Frigos e Cheaters.
Dopo una parentesi come attore, nel 1991 ritornò a New Orleans, dove si esibì in club musicali. Di nuovo in Italia, alternò ai concerti e alle incisioni la stesura di un libro, Letter from Hell, pubblicato nel 1999, e la composizione di opere pittoriche di buon livello, oggi in mostra al Sonny Boy Williamson Museum di Helena, Arkansas, e al dipartimento artistico della House of Blues.
Forest è intervenuto in numerosissimi festival musicali: il Montreux Jazz Festival e il Pistoia Blues Festival nel 1989, l'Ottawa Blues Festival, l'Amsterdam Blues Festival, il Cognac Blues Passions, il New Orleans Jazz and Heritage Festival e tantissimi altri. La sua partecipazione a questi eventi gli ha dato modo di suonare con prestigiosi bluesmen, in patria o quando questi erano in trasferta in Europa. Fra di essi B.B.King, Lonnie Johnson, Champion Jack Dupree, Willy DeVille, Bobby Blue Bland, Luther Allison, Taj Mahal, Matt Murphy,Johnny Winter, Albert Collins, i Canned Heat, Robert Cray, Duke Robillard e Jimmy Johnson, per citare solo i più autorevoli.
Ha collaborato anche con musicisti italiani come Francesco Guccini ed Edoardo Bennato, e ha suonato l'armonica con il Washboard Chaz Blues Trio in un brano della colonna sonora del film Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans di Werner Herzog.
Forest si esibisce in Europa e in Nord America. La formazione europea che lo accompagna è in genere composta da Leo Ghiringhelli alla chitarra, Luca Tonani al basso e Pablo Leoni alla batteria. Negli Stati Uniti è Jack Cole il chitarrista, David Hyde il bassista e Allyn Robinson il batterista. In Canada il bluesman suona con il gruppo Monkey JunK.
Mauro Ferrarese
Nasce musicalmente e come artista di strada durante un periodo passato a New Orleans, per le strade della città sul Mississippi "sente" il blues e la musica popolare d'oltreoceano non solo come una passione ma come una vera professione. Il suo repertorio segue le impronte dei grandi padri del blues rurale nato tra gli anni '20 e i '40, delta e Texas Blues, Ragtime, Gospel allargando ulteriormente il campo musicale alle conzoni di W. Guthrie, H. Williams, J. Rodgers ed ai tradizionali dell'epoca. Partecipa ad alcuni Blues festival nazionali (Pistoia, Macallè) , ma è un musicista "on the road" in senso stretto, come lui stesso sottolinea "la strada e il migliore palcoscenico per un uomo di blues" pertanto non manca mai ad appuntamenti con vari busker festival: Bergolo, Ferrara, Schio, Lugano e Galvay. La sua voce, il dobro (chitarra con il corroin in metallo) e il piede o il tamburello ricalcano in modo personale il copione scritto ormai quasi un secolo fa dai maestri di questo genere. |
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