Bunga Bunga è il secondo singolo estratto da 2G (Soupu Music), album di esordio di Karima intitolato alla "seconda generazione" di figli di immigrati.
Karima, nata a Roma nel 1980 e di origine liberiana, propone un mix di suoni elettronici che rimandano a bass music e grime (il rap delle periferie inglesi) con influenze afro.
Su questo tappeto sonoro scorrono dei testi senza sottintesi in "pidgin english" - sua lingua madre. L'artista presenterà dal vivo i brani di 2G venerdì 18 luglio ad Arezzo Wave.
Su questo tappeto sonoro scorrono dei testi senza sottintesi in "pidgin english" - sua lingua madre. L'artista presenterà dal vivo i brani di 2G venerdì 18 luglio ad Arezzo Wave.
Karima così racconta il senso del brano: "L'espressione bunga bunga arriva da lontano, dal XIX secolo e, solo a partire dal 2010, soprattutto in Italia, è usata e intesa a sfondo erotico. Con questo titolo faccio riferimento a un immaginario berlusconiano diventato collettivo e do voce a una donna italiana stufa di sentirsi trattata come 'fish and chips'.
Mi faccio vedere per quella che sono: 'Tu vuoi del Bunga Bunga? Io ti do del Bonga Bonga' (per Bonga Bonga non intendo il governo a cui si riferiva Borghezio ma a una lezione correttiva fatta di percussioni). Il futuro dell'Africa e di buona parte del mondo è in mano alle donne, leader come Pamela Thomas-Graham o la mia connazionale, premio Nobel per la pace, Leymah Gbowee.
Di certo non possiamo fare riferimento a 'Ruby Rubacuori'. Il corpo, come le grandi tradizioni ci insegnano, non è più oggetto ma comunicazione e i suoi movimenti esprimono forza, eleganza, bellezza e maestosità".
Mi faccio vedere per quella che sono: 'Tu vuoi del Bunga Bunga? Io ti do del Bonga Bonga' (per Bonga Bonga non intendo il governo a cui si riferiva Borghezio ma a una lezione correttiva fatta di percussioni). Il futuro dell'Africa e di buona parte del mondo è in mano alle donne, leader come Pamela Thomas-Graham o la mia connazionale, premio Nobel per la pace, Leymah Gbowee.
Di certo non possiamo fare riferimento a 'Ruby Rubacuori'. Il corpo, come le grandi tradizioni ci insegnano, non è più oggetto ma comunicazione e i suoi movimenti esprimono forza, eleganza, bellezza e maestosità".
Il video del brano vede in scena dei danzatori che si muovono seguendo a tratti lo stile tipico delle dancehall e a tratti quello del twerking, le cui evoluzioni provengono da una radice africana, dagli schiavi che lavoravano nei campi di cotone e si inventarono il movimento del bacino.
La produzione del video è di KingKong Production, la regia è di Romana Meggiolaro.
LINK YOUTUBE: http://youtu.be/pRXWRgNbNBI
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