Bologna, 24 marzo 2018.
In un piccolo teatro, ma la cui
importanza e il cui prestigio riservano un valore incomparabile al
cantautorato, si alternano cantanti e musicisti di grande talento,
selezionati dal grande Marcello Romeo, la
cui capacità critica ed esperienza, non sbagliano un colpo e
riescono a riunire in una sola serata, una rassegna musicale , dove
senza gare e senza sfide, ogni artista riceve un riconoscimento, tra
cui anche ben tre premi della critica, decretati dalle giornaliste
Sonia Bellin e Silvia Spadon.
La prima ad esibirsi è stata una
grande interprete, STENYA che ha partecipato anche ad Area
Sanremo e che ha riscaldato l’atmosfera del teatro sin dalle prime
note del suo brano SU ME, dal testo non a caso molto personale, con
l’eleganza e la classe di una veterana.
L’innovazione, scardinando ogni
logica, è stata invece messa in risalto da Gedrizz e MaryBlue,
con la canzone OBSOLETO, nell’intento perfettamente riuscito, di
modernizzare il blues attraverso l’elettronica.
Il ritorno ad un’atmosfera più
intimista riaffiora con lo stile punk di Micol Carli che, con
la sua FRAGILI PAROLE, esprime il bisogno di percepire il valore
dell’esperienza e delle cose della vita quotidiana, attraverso un
timbro graffiante in perfetto accordo con il suo mood.
E’ poi la volta dell’originalità
dei Pausa Caffè, che hanno ristorato tutti con un ritornello
incalzante e di impatto immediato, esibendo tutta la loro
introspezione, ben celata dietro la leggerezza di un brano che ha
fatto cantare tutto il pubblico presente nel teatro.
E ritorna il cantautorato più melodico
con la delicatezza della voce di Betty Rose, che ci fa
addentrare nel suo GIARDINO SEGRETO, dove il paesaggio incantato
raccontato, diventa riparo, come una sorta di nido primordiale.
La ballata di Betty, passa poi il
testimone ad un’altra band, i 4 Seasons, coniatori di un
genere tutto nuovo, l’elettro pop chic, ben rappresentato dal
singolo CONTATTO, che ha convinto tutti sulla potenzialità
radiofonica.
Ed ecco che si passa nuovamente un mood
più raccolto, grazie all’avvolgente voce di Samy, che con
DOV’ERI propone un brano autobiografico, dove una vita di
turbolenze, lascia il posto alla serenità che la musica le ha fatto
ritrovare, dandole la forza e il coraggio di dire, con l’intensità
di un pezzo che valorizza a pieno il suo timbro “Saro’
l’artefice del mio futuro”.
Fa il suo ingresso nel palco poi il
primo ospite della serata, il cantautore Marco Belluzzo, che
ci dimostra quanto è difficile RIMANERE IN EQUILIBRIO, e quanto è
per lui spontaneo invece, riuscire ad essere un erede indiscutibile
del grande Lucio Dalla. Ma l’apporto di autenticità espressa
attraverso il cantautorato, viene concessa al pubblico anche
attraverso l’inaspettata e più che mai gradita esibizione dello
stesso direttore artistico dell’evento: il grande Marcello Romeo,
il quale non risparmia sorprese, invitando sul palco ad
accompagnarlo, la splendida voce di Serenella Occhipinti,
dando modo di offrire una performance di alto impatto emotivo, oltre
che di stile e di eleganza pressoché unici. E con Umberto
Sansovini si riprende la rassegna degli artisti emergenti, anche
se Umberto non è certo nuovo nel panorama radiofonico italiano, ma
nuovo è il suo singolo, dal titolo GUARDAMI, con un tema delicato
quale la violenza sui minori e che il cantautore riesce ad esprimere
attraverso un’inedita sensibilità. Sensibilità trasmessa anche
dalle parole con cui Umberto presenta il brano, nonché da una poesia
sulla vanità del mondo, con la quale la canzone è introdotta.
Spazio agli strumenti con Jenni Gandolfi, la quale tra i
musicisti che la accompagnano c’è anche un contrabbassista, che
assieme al violino, è capace di trasportarci in un palcoscenico
d’altri tempi, tanto che, su espressa richiesta di uno dei giurati,
dopo LE MALELINGUE, la Gandolfi, si esibisce anche con OGGI CHE
COS’HO.
Il giovanissimo Mattia Bonetti
non lascia alcun dubbio: il suo oltre che un brano sociale, è un
pezzo che crea una commistione non solo di genere, ma anche di lingue
e di etnie. 15 DICEMBRE 2015 è il titolo di una canzone che tratta
di quel brutale genocidio in Burundi, paese dove lo stesso Mattia è
nato, e dove i giochi di potere hanno ucciso gli abitanti in massa, a
colpi di macete. Attraverso questo brano, tra l’altro inserito in
una compilation internazionale di “Canzoni contro la guerra”
Bonetti, racconta la strage e, proprio nella parte cantata nella
lingua tradizionale del paese, Bonetti esprime tutto il suo sconcerto
e dichiara quanto Dio inviti questo popolo più che mai, alla
fratellanza e alla pace. Un altro testo con una tematica sociale, e
dall’argomento di notevole attualità, arriva da Francesco
Mussoni, il quale orgogliosamente afferma, di aver deciso a 40
anni di “fare il cantautore”, e che si esibisce per l’occasione
con NERO: un brano che nasce dall’incontro con un profugo del Mali
e che, senza entrare in questioni politiche, narra di come il
protagonista della canzone ha vissuto il viaggio, e come i colori e
il paesaggio attorno a lui, cambiavano insieme alla sua vita che da
questo momento l’avrebbe portato altrove.
ETERNI è invece una canzone che nasce
in inglese ma che, il giovane cantautore Andrea Zacchi, ha poi
adattato in italiano, dando l’opportunità al pubblico di ascoltare
anche un assaggio della versione originale e facendo intuire- in
pieno accordo con il significato della serata- quanto il testo sia
oltre che parte integrante, fondamento del brano stesso. Altrettanto
giovane e traboccante di entusiasmo è il talentuoso chitarrista
Federico Ossani, che regala con CREDIMI, qualche nota di blues
che si alterna a del buon pop d’autore.
Nessuna parola poi, ma solo di essere
ascoltata, merita la straordinaria voce di Silvia Palazzini,
la quale ha letteralmente incantato il pubblico con la melodia di LE
MIE PICCOLE COSE, senza nulla togliere al testo, la cui profondità,
è trasmessa da semplici gesti immortalati nell’emotività che
Silvia esprime con la sua potenzialità vocale e che ha commosso più
di qualche spettatore. E prima dell’ultimo ospite, fa la sua
comparsa Davide Pagnini, un cantautore che riesce a riunire
folk e pop, in uno stile retrò ma del tutto inedito, grazie ad un
mood che alterna una ritmica cadenzata, alla melodia più
confidenziale del suo cantato, degno di un titolo come IL BALLERINO
DI JAZZ. E a chiudere questa splendida serata niente meno che Dona
a deliziare il pubblico presente, non ancora esausto di buona musica,
con il suo nuovo singolo GATTO (foggiano), a breve in radio e in
tutti gli store, per un brano in perfetto stile folk d’autore, dove
il dialetto acquista alto valore musicale, com’era nella più
classica tradizione napoletana del compianto Pino Daniele e di cui
Dona con la sua versione di JE SO’ PAZZO, propone un tributo degno
di un napoletano doc con il cuore blues.
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