Una
ballade indie-folk dal sound americano disegna il quadretto perfetto
di una casalinga frustrata e del suo mondo interiore.
In
un paradossale equilibrio dato dal contrasto
tra il sogno beatlesiano del sound e la prosaica quotidianità
della storia, si delinea “Rosemary”, nuovo brano estrapolato dal
primo disco di Charlie.
"Ruins
of Memory"
nasce dalla necessità di raccogliere quindici anni di canzoni
ricercando una sintesi personale tra le due anime dell'autrice,
quella più tradizionalmente legata al country, bluegrass e
appalachian dell’America del sud e quella più rock e alternative
di matrice europea. Il disco, prodotto al GreenFogStudio da Tristan
Martinelli,
mixato da Mattia
Cominotto
e masterizzato da Justin
Perkins,
è il primo punto d'approdo di una giovane carriera, ma Charlie è
già al lavoro sul seguito, che vedrà la luce nel 2018.
DICONO
DI LEI
«Questo
disco è una piccola cosa ottimamente scritta e arrangiata; una
parata di canzoni che passano per country, folk e persino pop
magniloquente senza stonare mai e, più importante forse, senza
suonare mai perfettamente a casa». Blow
up
«Charlie
Risso porta a segno un disco che non ha niente da spartire con la
cultura pop nostrana. Un libro di storia visto dal presente/futuro».
RaroPiù
«Folk
d’oltreoceano, country e una voce che sa essere intensa e lieve».
Rumore
«Da
brivido, come la fine di un viaggio: lascia soddisfazioni, amarezze,
ricordi e speranze».
Audiofollia
«Un
disco intenso e fuori dal tempo».
LoudVision
«Come
esordio non solo è efficace ma credo che resterà solo il primo
capitolo di una lunga serie di eventi».
100
Decibel
«Sono
11 inediti di grandissimo gusto e rispetto […] dietro ogni singolo
istante ci sono sfumature culturali, storiche e stilistiche che non
sono lasciate al caso».
FullSong
«È
incantevole come sia competente e squisito il rispetto per un certo
modo di rendere il passato».
Radio
Tweet Italia
«È
un esordio internazionale più che italiano, meravigliosamente
prodotto».
Sound36
«Il
primo disco di Charlie è
qualcosa che non smetto di ascoltare facilmente, con quel dono
misterioso che hanno in pochi di tramutare il suono in sensazione, le
melodie in visioni d’ambiente, la forma canzone in stati d’animo
reali».
VentoNuovo
«Un
ascolto davvero pregiato e consigliatissimo».
MusicalNews
«Quello
della splendida Charlie Risso è un esordio elegante […] musica che
non resta ferma al tempo che fu, ma guarda oltre con un risultato che
è assai fascinoso e seducente».
Sound
Contest
«Un
progetto discografico ben curato nei suoni e nei colori che emergono
gradualmente».
Musica
Intorno
«Un
disco che entra dentro le vene e non ne vuole uscire […] uno degli
esordi più belli di questo 2017».
DeaPress
«Ruins
Of Memory è
un album che vanta un ottimo
songwriting e ottime
idee a livello realizzativo-produttivo».
Mescalina
«Ruins
Of Memory è
un disco che si svela ascolto dopo ascolto. Le sfumature si rendono
visibili e fanno brillare gli occhi di chi ascolta il disco. La voce
di Charlie racconta la sua musica. La sua musica diventa presto
dominio degli ascoltatori».
VivaLowCost
«Splendido
lavoro, il suo primo ufficiale, che davvero suona come un disco
antico e moderno allo stesso tempo ed è assolutamente pregiato nella
delicatezza della voce».
Box
Musica
«Charlie
fa vibrare la storia ed il tempo, incanta con una voce sottile dalla
timbrica “famosa”, e sguazza di felicità e di liberazione in uno
stagno ricco di grande musica».
Free
Sound Magazine
«Questo
esordio è strepitoso […] la scrittura, la timbrica, il piglio
strumentale e il disegno degli arrangiamenti sono assolutamente
vincenti».
Music
Letter
«Ruins
of Memories
è un album che trasmette tutta la propria bellezza, pescando dal
passato, facendolo con cuore e passione, con la semplicità di chi
trova in certi suoni la propria dimensione ideale».
ClapBands.
«È
un lavoro veramente completo che mostra tutto il grandissimo talento
della cantautrice genovese. Intimo, delicato ed ispirato».
Onda
Musicale
«Ruins
Of Memory scorre
vitale, caldo, e orgogliosamente retrò».
I
Think Magazine
«Un
lavoro di ottima qualità. Uno di quelli che può costituire
un'ottima, convincente confutazione a chi sostiene che la produzione
indipendente italiana non sia in grado di produrre nulla di nuovo o
convincente».
MusicMag
BIO
Carlotta
Risso, in arte Charlie,
nasce
a
Genova
dove vive fino ai 18 anni. Dopo la maturità artistica è a Milano
a studiare arti grafiche, poi a Londra
dove perfeziona il suo inglese mentre lavora come decoratrice.
Nel
periodo londinese inizia a scrivere canzoni (una delle prime è
“Innocent Sweet”, che muterà negli anni fino alla versione
contenuta nel primo disco, "Ruins of Memories"),
ispirandosi a storie vissute e fantasticate.
Da
sempre amante
della musica americana, quella
tradizionale ma anche quella contaminata da deviazioni indie, nipote
di Tito Fontana, compositore
e musicista milanese, inizia a suonare la chitarra da piccola e
intraprende un percorso di esibizioni live e teatrali.
Partecipa
allo storico Festival “Hardly Strictly Bluegrass” di San
Francisco, esibendosi
con la band
“Red Wine”.
Nel
2006 presta il brano
"Destiny Never Dies" al
cortometraggio
"ZERO" del
regista
Emanuele Cova.
Nel
2007 e 2008 partecipa al "Red
Wine Bluegrass Party"
condividendo la scena con artisti come il chitarrista di fama
internazionale Beppe Gambetta, il chitarrista e produttore Paolo
Bonfanti e gli stessi Red Wine.
Nel
2010 suona con
Nicola Bottini, leader della band "The Used Cars"
e negli anni successivi continua a cercare la sua strada tra il rock
e il folk collaborando con diversi artisti, percorso che la condurrà
alla realizzazione del primo album in studio.
Le
due anime del mondo sonoro di Charlie finalmente si compenetrano
grazie all'incontro con il musicista e produttore Tristan
Martinelli,
che al GreenFogStudio
di Genova arrangia e produce, tra 2015 e 2016, "Ruins
of Memories",
disco che raccoglie brani lontani tra loro per ispirazione e data di
nascita ma che raccontano ciò che oggi, in bilico tra tradizione e
modernità, è il mondo artistico di Charlie.
"Ruins
of Memories",
la canzone che dà il titolo al disco, è accompagnata dal video
diretto da Emanuele
Cova
con le scenografie di Mario
Torre,
girato nel suggestivo monastero abbandonato di Valle
Christi.
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Album
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