Jungle Beatnik è il nuovo EP degli Indianizer. Quattro nuove tracce a metà fra le marmellate psichedeliche degli Animal Collective e l'elettronica più danzereccia di Caribou. Come segnalibri, chitarre acustiche dagli anni '60, assoli di fuzz impazziti e campioni di tanpura, a ricordare il passato e le proprie origini.
Cosa vuol dire esattamente Indianizer?
Significa "indianizzatore".
L'indianizzatore è una vocina nella testa che ti fa desiderare spiagge tropicali ed enormi elefanti bianchi.
E' un tasto speciale che ogni persona possiede dentro di sé, spesso senza esserne realmente conscio.
Se premuto, avvia un processo di cambiamento irreversibile, ovvero la scoperta di tutto ciò che non gli appartiene, la curiosità di esplorare culture, tradizioni, costumi e visioni differenti. Il gruppo è attualmente composto da Riccardo Salvini (voce/chitarra, Foxhound), Gabriele Maggiorotto (batteria, Deian e Lorsoglabro), Salvatore Marano (synth bass, Jumpin' Quails) e Matteo Givone (chitarra, Maniaxxx).
Dopo Pandas EP (esordio del 2013 pubblicato da Edison Box) è la volta di Jungle Beatnik EP, in uscita a fine aprile sempre con Edison Box. Jungle Beatnik è stato scritto da Riccardo Salvini e Federico Pianciola, registrato al Mandala Studio di Torino da Federico Pianciola, in cinque fumosi giorni d'estate: caldo afoso dell'asfalto che diventa giungla moderna.
Il disco è il riflesso delle visioni surreali del Beatnik della Giungla: egli è un ominide digitale, veste camicie in fibra cibernetica, si nutre di ologrammi tropicali e dorme in foreste di pixel.
Vive a cavallo fra passato e futuro e giunge fino a noi da un luogo senza spazio né tempo.
E' un ibrido e in quanto miscuglio indefinito e irregolare rappresenta i tempi liquidi e mutevoli che stiamo vivendo.
Non c'è chiarezza nei suoi pensieri, non c'è ricerca nel suo sguardo. Si stordisce e ricomincia da capo, per riuscire a sopravvivere.
Tutto appare nuovo, se visto con occhi diversi.
Nessun commento:
Posta un commento