Un incontro al vertice tra due guru e un apprendista stregone, che vede impegnati Herbert, osannato maestro britannico dell'elettronica, considerato uno dei più innovativi produttori contemporanei; Rava, il trombettista icona fondamentale del jazz contemporaneo e Guidi, giovane pianista che, nella lunga militanza con Rava, ha carpito molti dei segreti del jazz.
L'interazione musicale degli artisti si sviluppa sulla scorta degli input forniti da Herbert, sui quali poi si innestano gli scambi continui di idee musicali rielaborati sul momento da Rava e Guidi.
I loro suoni vengono poi campionati da Herbert che sperimenta una materia complessa e oscura, coadiuvato solo dalle sue macchine: un incontro di jazz ed elettronica che scopre nell'improvvisazione una radice comune.
Questo può avvenire solo grazie a un interplay molto forte fra i tre musicisti che fa sì che un concerto non sia mai simile a un altro, proprio perché non c'è nulla di deciso o preorganizzato.
Nella prima fase del lavoro ci diamo delle indicazioni, - dichiara Enrico Rava - che però alla fine possono anche non essere rispettate. La musica va da un'altra parte, siamo noi che la seguiamo. Tra noi tre non ci sono figure definite. Ci sono dei momenti in cui ognuno trascina l'altro, ci sono scambi di ruoli, ma non c'è un leader.
Se non hai qualcosa da raccontare, non c'è improvvisazione – secondo Rava. Il progetto, infatti, si fonda su una drammaturgia che vive e si sviluppa nel processo creativo, come delle monadi musicali che si incontrano nella dimensione compositiva creando atmosfere che trascendono i generi musicali.
Il progetto di Rava, Herbert e Guidi spazia in territori musicali dissimili tra loro, ma molto intensi dal punto di vista emozionale.
Il risultato è la creazione di uno spazio dinamico, di gioia condivisa, in cui complesse visioni di idee danno vita a una trama di suoni inaspettati.
Il pianoforte di Guidi illumina il movimento cromatico della tromba di Rava e insieme riescono a trovare, con l'elettronica sperimentale di Herbert, una direzione nuova e stimolante.
Contemporaneamente al tour con Herbert e Guidi, Enrico Rava parteciperà il 14 novembre a Milano, sempre all'interno del festival JazzMi, alla proiezione del film "Enrico Rava. Note Necessarie", girato dalla regista Monica Affatato.
La pellicola sulla vita del trombettista corrisponde a un importante pezzo della storia del jazz e della musica in generale e verrà proiettata a Milano, al Cinema Palestrina, in occasione del JazzMi.
Il giornalista Claudio Sessa presenterà l'evento, alla presenza di Rava e della regista Affatato.
Inoltre, il 4 novembre il trombettista sarà impegnato a Pancevo, in Serbia con il New 4et, al fianco di Francesco Diodati alla chitarra, Gabriele Evangelista al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria.
Lunedì 7 novembre e martedì 8 sarà invece in Portogallo, a Porto e a Lisbona, al fianco di Giovanni Guidi al pianoforte, Gianluca Petrella al trombone, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria, con il progetto "Rava Tribe".
Dopo la data londinese con Herbert e Guidi, il 1° e l'8 dicembre tornerà con il New 4et, prima a Borgomanero (NO) e subito dopo a Tel Aviv.
Dal 15 al 18 dicembre sarà invece in Giappone, con un progetto dal titolo "Enrico Rava meets Japanese Friends".
Date concerti
04/11 Pancevo (Serbia), Rava New 4et
07/11 Porto, Rava Tribe
08/11 Lisbona, Rava Tribe
11/11 Reggio Emilia, Teatro Ariosto, Reggio Parma Festival (Rava, Herbert, Guidi)
12/11 Morrovalle (MC), Auditorium Borgo Marconi, Euritmia & Musicamdo Jazz
13/11 Milano, Teatro dell'arte, JazzMi (Rava, Herbert, Guidi)
14/11 Milano, Cinema Palestrina, Proiezione "Enrico Rava. Note Necessarie", JazzMi
15/11 Roma, Auditorium Parco della Musica, Roma Jazz Festival (Rava, Herbert, Guidi)
17/11 Londra Kings Palace, London Jazz Festival (Rava, Herbert, Guidi)
01/12 Borgomanero (NO), Rava New 4et
08/12 Tel Aviv, Rava New 4et
L'avventura musicale di MATTHEW HERBERT coincide con l'innovativa e acclamata saga che porta il suo nome a vent'anni dalla sua prima testimonianza.
Ad avviare la lungimirante marcia fu, nell'ormai lontano 1996, l'album "100 Lbs": riuscito trasbordo della house di Chicago nelle strutture sonore europee, anticipatore di una tendenza che si sarebbe sviluppata con l'avvento del nuovo millennio.
A questo gioiellino seguirono due fra i prodotti più influenti dell'elettronica a cavallo tra Novanta e Duemila: "Around the house" (1998) e "Bodily Functions" (2001).
Il primo, come suggerito dal gioco di parole del titolo, è un saliscendi di tessuti house e campionamenti sonori di oggetti della vita casalinga e su tali soundscape, protagoniste indiscusse sono le sinuose vocals di Dani Siciliano, a completare un bignami di elettronica astratta ma ben lontana da spigoli e inaccessibilità. "Bodily Function" si pone come estremizzazione di questa esperienza divenendo un autentico mini-trattato di elettronica trans-umana eseguita esclusivamente suonando parti del corpo e organi di animali.
Si realizza così la caduta del muro tra uomo e macchina, tra pop e avanguardia in un disco di elettro-ballard suonato dall'uomo per mezzo dell'uomo. "Scale", distante cinque anni dal predecessore, si conforma dunque come ideale chiusura di in trittico, segnando l'abbandono dei ritmi techno in favore di sonorità più vicine all'avant-pop della Bjork di "Post", con la quale infatti Herbert collaborerà a lungo.
Il resto della sua carriera è equamente diviso fra una miriade di ambiti spesso distantissimi tra loro: il nu-jazz della sua "Big Band", i guizzi dance a nome "Doctor Rockit", l'isolazionismo cibernetico di "Radio Boy", i funambolismi concreti dell'alter- ego "Wishmountain" e infine l'eclettica incarnazione a nome completo, in grado di passare dalle digital ballads di "One One" al flirt classico con il progetto "Recomposed By" della Deutsche Grammophon.
La figura del poliedrico artista britannico somiglia profondamente a quella di uno scienziato intento nell'analisi e nella sperimentazione di una materia complessa e oscura, coadiuvato solo dalle sue macchine.
In vent'anni d'incessante attività, il chimico dell'elettronica organica è stato così in grado di distinguersi per la capacità di aderire a più ambiti senza mai perdere di vista una personalità tale da impedire d classificarlo sotto qualsiasi etichetta.
ENRICO RAVA è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale.
Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, è apparso sulla scena jazzistica a metà degli anni sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo.
La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni.
La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una stupefacente freschezza d'ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue avventure musicali.
Tra la sua numerosa discografia sono da segnalare gli imperdibili Quartet (ECM 1978) "Rava l'opera Va" (Label Bleu 1993), "Easy Living" (ECM 2004), "Tati" (ECM 2005) e "The Words and the Days" (ECM 2007), "New York Days" (ECM 2009), "Tribe" (ECM 2218) e " On The Dance Floor " (ECM 2293).
Non è difficile usare i superlativi per raccontare la sua avventura musicale, talmente ricco è il suo curriculum, talmente affascinante il suo mondo musicale, talmente lungo l'elenco dei musicisti con i quali ha collaborato, italiani, europei, americani: Franco D'Andrea, Massimo Urbani, Stefano Bollani, Joe Henderson, John Abercrombie, Pat Metheny, Archie Shepp, Miroslav Vitous, Daniel Humair, Michel Petrucciani, Charlie Mariano, Joe Lovano, Albert Mangelsdorff, Dino Saluzzi, Richard Gallliano, Martial Solal, Steve Lacy, Mark Turner, John Scofield ecc…
Ha effettuato tours e concerti in USA, Giappone, Canada, Europa, Brasile, Argentina, Uruguay partecipando a importanti Festival (Montreal, Toronto, Houston, Los Angeles, Perugia, Antibes, Berlino, Parigi, Tokyo, Rio e Sao Paulo, ecc.).
E' stato più volte votato miglior musicista nel referendum annuale della rivista "Musica Jazz", risultando vincitore anche nelle categorie "miglior gruppo" e "miglior disco italiano".
Nominato "Cavaliere delle Arti e delle Lettere" dal Ministro della Cultura Francese, nel 2002 ha anche ricevuto il prestigioso "Jazzpar Prize" a Copenhagen.
Negli ultimi anni è comparso nei primi posti del referendum della rivista americana Down Beat, nella sezione riservata ai trombettisti, alla spalle di Dave Douglas, Wynton Marsalis e Roy Hargrove, e in quella riservata ai migliori gruppi, con il quintetto denominato TRIBE.
Ed è la prima volta che una formazione italiana figura in tale classifica.
Nel gennaio 2004 si è esibito per una settimana nel prestigioso Blue Note di New York, bissando ancora il successo alla Town Hall e poi ancora al Birdland (2006, 2008, 2009, 2012 e 2013).
L'8 Giugno 2011 per Feltrinelli Editore è uscito il libro INCONTRI CON MUSICISTI STRAORDINARI
La storia del mio jazz -La storia degli ultimi cinquant'anni di jazz nelle parole divertite e divertenti di uno dei protagonisti assoluti della musica contemporanea.
In questo libro Rava ripercorre la storia della sua carriera attraverso il racconto della sua "vorticosa attività fatta di continui incontri con musicisti straordinari, di storie sempre surreali e talvolta amare, di piccole stranezze e grandi talenti, restituendo uno spaccato vivido, con il sorriso e lo sguardo ironico di chi, alla fine, di cose ne ha viste accadere veramente tante."
Il Luglio 2011 lo ha visto protagonista di un tour europeo con un nuovo grande progetto "Tea for Three" insieme ad altri tre musicisti straordinari come Dave Douglas, Avisahi Cohen e Uri Caine.
Nell'ottobre 2013 è stato pubblicato per l'editoriale L'Espresso " Rava On The Road" con un gruppo costituito da Giovanni Guidi, Roberto Cecchetto, Stefano Senni e Zeno De Rossi e l'Orchestra Sinfonica del Teatro Regio di Torino diretta da Paolo Silvestri. Attualmente, oltre al suo RAVA TRIBE (insieme a Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista e Fabrizio Sferra) ama esibirsi con il quartetto di recentissima costituzione con Francesco Diodati alla chitarra, Gabriele Evangelista al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria.
Con questa nuova formazione, affiancata da Gianluca Petrella, nel Gennaio 2015 ha registrato un nuovo album per l'ECM "Wild Dance", uscito a settembre 2015, che ha riscosso un grande successo e apprezzamento di pubblico e critica.
Rava New 4et è stato eletto miglior gruppo del 2015 secondo il referendum della rivista Musica Jazz. Nell'Aprile 2016 L'Editoriale L'Espresso ha pubblicato un nuovo album con la PM Jazz Lab.
GIOVANNI GUIDI nasce a Foligno nel 1985. Frequentando i seminari estivi di Siena, viene notato da Enrico Rava, che lo inserisce nel gruppo Rava Under 21, trasformatosi in seguito in Rava New Generation.
Con quest'ultimo gruppo ha inciso nel 2006 e nel 2010 due Cd per l'Editoriale l'Espresso.
Attualmente, oltre alla collaborazione con i gruppi di Rava (PM Jazz Lab e Tribe) si esibisce in solo, nell'acclamatissimo duo Soupstar con Gianluca Petrella, nel duo di recentissima costituzione con il lirico bandoneonista Daniele Di Bonaventura, nel trio con il trombettista Luca Aquino e il percussionista Michele Rabbia, nel quartetto con Mirco Rubegni, Joe Rehmer e Fabrizio ed in altre formazioni.
Si è esibito in vari importanti festival: Umbria Jazz, Vicenza New Conversation, Zurich Nu Jazz, Umbria Jazz Balcanic Windows, Stavanger Mai Jazz, Jazzaldia, North Sea Jazz Festival, Molde Jazz, Le Mans Festival, Portland Jazz Festival, San Francisco Jazz Festival, Montreal Jazz Festival ed anche in teatri e club a New York, Chicago, Boston, San Paolo, Rio De Janeiro, Buenos Aires, Brasilia, Salvador de Bahia, Dublino, Parigi, Londra, Monaco, Berlino, Seoul, Hong Kong, Tokyo, Jakarta.
Il primo album a suo nome "Tomorrow Never Knows" è stato pubblicato nell'agosto 06 per l'etichetta giapponese VENUS e recensito con cinque stelle dal mensile Swing Journal.
Successivamente ha pubblicato quattro album con l'etichetta CAM JAZZ: i primi due "Indian Summer" e "The House Behind This One" in quartetto, "The Unknown Rebel" con una formazione allargata a dieci elementi e "We Don't Live Here Anymore", registrato a New York con Gianluca Petrella, Michael Blake, Thomas Morgan e Gerald Cleaver:
E' del 2013 il primo album registrato a suo nome per la prestigiosa ECM di Monaco: "City Of Broken Dreams" inciso in trio con Thomas Morgan e Joao Lobo.
Per la stessa etichetta aveva precedentemente inciso due album con Enrico Rava: "Tribe" e "On The Dance Floor".
Ha vinto poi vari premi tra cui il referendum Top Jazz indetto dalla rivista Musica Jazz, in cui è stato votato da una giuria composta da 58 giornalisti e critici musicali come miglior nuovo talento 2007.
A Marzo 2015 è stato pubblicato "This Is The Day", il nuovo album per ECM, inciso in trio con Thomas Morgan e Joao Lobo.
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