A distanza di due anni dall' uscita di Amore Pop il cantante pugliese Antonio Maggio torna con un nuovo singolo "Il Maleducato" uscito lo scorso 17 Maggio (Avarello Music srl), è stato scritto e composto dallo stesso Maggio e prodotto artisticamente da Alessandro Canini presso il “Martina’s Studio” di Anzio.
Il singolo è il manifesto di una generazione che troppe volte deve fare i conti con se stessa per cercare un raggio di futuro, che deve fare leva esclusivamente sulle proprie forze e sulla propria buona volontà per ritagliarsi il proprio spazio. È un incitamento, uno stimolo, un incoraggiamento. È una festa, una satira poetica.
Il Maleducato è uno dei brani che segna il tuo ritorno sulle scene musicali , un brano dedicato alle nuove generazioni . Cosa vuoi esprimere con questo brano ? Cosa dire ai ragazzi che ti ascoltano ?
Ogni ritorno deve portare con sé un messaggio che lo giustifica, un cambiamento: così é anche per “Il Maleducato”. É una canzone-manifesto per una generazione come la mia che non é stata invitata alla festa del proprio futuro: da qui dunque l’invito a fare i “maleducati”, nel senso di sfrontati, per imbucarsi a questa festa: abbiamo il diritto di prenderci il nostro futuro ma anche il dovere di farlo, nei confronti di chi verrà dopo di noi.
Questo brano è molto attuale , affronta un tema che coinvolge moltissimi ragazzi “Il Proprio Futuro” . Bisogna rimboccarsi le maniche ed affrontare tutto con la giusta sfrontatezza . Perché hai scelto di affrontare questo tema ? Cosa ti ha dato ispirazione ?
L’ispirazione é il frutto di quello che vivi, di quello che vedi, di ciò che senti. Basta fare due chiacchiere con qualche trentenne di oggi per renderti subito conto che nei suoi occhi e nelle sue parole aleggia una totale disillusione sulle proprie aspettative; che invece, fino a qualche anno fa, erano speranze. É evidente che chi ci ha preceduto abbia sbagliato qualcosa, adesso però sta a noi rimediare.
Cosa vorresti dire a tutti quei giovani che affrontano le difficoltà quotidiane e che cercano di affrontare un futuro ancora incerto ?
Semplicemente quello di rimboccarci tutti le maniche, perché ce n’è bisogno; e di munirsi di tanta buona volontà, con le idee chiare per puntare al risultato da raggiungere.
Parliamo un pò di te , sei un artista con un curriculum di tutto rispetto . Nel 2013 vinci il Festival di Sanremo nella sezione giovani con il brano Mi servirebbe sapere”, che in poche settimane raggiunge la certificazione di Disco d’Oro . Raccontaci questa fantastica esperienza
Il Festival di Sanremo é stato per me un grande trampolino di lancio, che mi ha permesso di fare poi tutte le esperienze che ho collezionato e che ancora vivo. É stata una settimana fuori dal mondo, che ovviamente per me ha avuto un lieto quanto inaspettato finale. Considero a tutti gli effetti Sanremo come l’inizio della mia carriera, sebbene prima ci sia stata l’avventura con gli Aram Quartet.
Dopo Sanremo hai realizzato due bellissimi dischi “Nonostante Tutto” e “L’ Equazione” , collaborato con artisti come Clementino e Pierdavide Carone e partecipato a moltissimi importanti eventi . Chi è che nella tua carriera ti ha aiutato di piu ? Quali le persone che vorresti ringraziare ?
Le persone che ho incontrato lungo il mio percorso artistico sono state tutte importanti, nel bene e nel male. Ognuna ha contribuito, nella mia crescita, a rendermi una persona e un artista più consapevole. Poi le persone da ringraziare é ovvio che ci siano, ma sono veramente pochissime; e, tra l’altro, loro lo sanno già. Detto questo, senza la mia testa dura non avrei raggiunto nessun risultato.
Ed ora dopo l’ uscita del tuo nuovo singolo quali sono i tuoi progetti per il futuro ? Puoi anticiparci qualcosa ?
Per ora mi concentrerò sulla promozione di questo singolo, “Il Maleducato”, che è solo la punta dell’iceberg di quanto ho scritto in questi due anni. Non vedo l’ora di poter far ascoltare anche le altre canzoni, é una smania che si ripete nel tempo. Poi, come ogni estate, ci sarà modo di suonare tanto: la dimensione live é quella che più preferisco, perché abbatte le barriere tra me e chi mi ascolta.
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