L’IGNOTO IDEALE è il è il nuovo
singolo degli ORDITA TRAMA band di Avellino, nata nel 2008 da quattro
amici colti dalla passione di suonare, ma soprattutto di dar libero
sfogo alla creatività attraverso la composizione. Pienamente
inspirati dall’ondata New Wave, intrisa di atmosfere dark, con
qualche contaminazione che si avvicina persino all’Heavy Metal, nel
2010 gli Ordita Trama pubblicano il loro primo EP, contente 4 tracce,
tutte in inglese.
Sennonché, durante i live, il desiderio di poter esprimere in maniera libera e spontanea, concetti ed esperienze autobiografiche, fa sì che le nuove canzoni riportino testi in lingua italiana, poi inseriti in un album dal titolo BASTA SOLO RESISTERE, uscito nel febbraio 2017.
Ma è con l’etichetta indipendente Label Music, che la band ha modo di produrre il singolo uscito il 10 Novembre dal titolo L’IGNOTO IDEALE. Si tratta di un brano, ispirato al romanzo “Se mi tornassi questa sera accanto” di Carmen Pellegrino, all’interno del quale, il protagonista Giosuè Pindari, parla proprio di una Città dell’Ignoto Ideale.
Attraverso questa canzone la voce degli Ordita Trama, ossia Carmine Maffei, ha così riversato in musica, la concezione di un mondo, magari utopico, ma non impossibile: Ho creduto, sperato, voluto un mondo possibile, canta Carmine. Un mondo popolato da esseri umani ma anche da umanità, da sentimenti veri ed autentici, lontano da qualsiasi tipo di discriminazione, dove le persone maturano e si arricchiscono grazie al loro lavoro, in un universo circoscritto dove ai furbi sarà vietato entrare, come in chiusura quasi del pezzo canta ancora Maffei; un mondo dunque, e un modo di vita, spesso profetizzati tra le pagine di tanta Storia ma mai realizzato nel concreto. Vittima di brutti risvolti storici politici, non ho smesso di piantare garofani nei vostri giardini: e proprio il garofano, se è vero che quello rosso, era usato come simbolo dal partito socialista, nel linguaggio dei fiori esso rappresenta la rinascita, l’affetto e l’ amore, oltre a comparire in una leggenda cristiana e ad essere ritenuto, in Giappone, augurio di buona sorte. Siamo in cerca di un sole che ci possa illuminare nell’utopico ideale, la sorte.
E ancora: “Nella mia realtà ideale si lavora per vivere, e la gente non può solo vivere del proprio mestiere”, parole che invitano a riservarci sempre quello spazio necessario alla riflessione su noi stessi, al raccoglimento che ci permette quella fuga dalla realtà, di cui il brano stesso tratta: la fuga verso un mondo migliore, un “ignoto ideale”, sconosciuto quindi, ma pur sempre frutto del nostro desiderio di vedere un universo migliore.
Oltre allo spessore e la profondità del testo, anche alla musica è dato ampio spazio, con notevoli parti strumentali all’interno del pezzo. La limpidezza delle sonorità, contrasta con il dark a cui s’ ispira il mood del brano, dove tra influenze di matrice anglosassone, con certi rimandi “Bowiani” anche per quanto riguarda le tematiche, spicca nell’ombra, l’atmosfera oscura, al confine con la cupezza, del sound dei Cure. Cupezza ravvivata dalla speranza sottesa al filo del futuro e ravvisabile dalle parole del testo: “Sorgeremo dalla cenere, marceremo tra la polvere, non sarà più possibile, la morte!”
Sennonché, durante i live, il desiderio di poter esprimere in maniera libera e spontanea, concetti ed esperienze autobiografiche, fa sì che le nuove canzoni riportino testi in lingua italiana, poi inseriti in un album dal titolo BASTA SOLO RESISTERE, uscito nel febbraio 2017.
Ma è con l’etichetta indipendente Label Music, che la band ha modo di produrre il singolo uscito il 10 Novembre dal titolo L’IGNOTO IDEALE. Si tratta di un brano, ispirato al romanzo “Se mi tornassi questa sera accanto” di Carmen Pellegrino, all’interno del quale, il protagonista Giosuè Pindari, parla proprio di una Città dell’Ignoto Ideale.
Attraverso questa canzone la voce degli Ordita Trama, ossia Carmine Maffei, ha così riversato in musica, la concezione di un mondo, magari utopico, ma non impossibile: Ho creduto, sperato, voluto un mondo possibile, canta Carmine. Un mondo popolato da esseri umani ma anche da umanità, da sentimenti veri ed autentici, lontano da qualsiasi tipo di discriminazione, dove le persone maturano e si arricchiscono grazie al loro lavoro, in un universo circoscritto dove ai furbi sarà vietato entrare, come in chiusura quasi del pezzo canta ancora Maffei; un mondo dunque, e un modo di vita, spesso profetizzati tra le pagine di tanta Storia ma mai realizzato nel concreto. Vittima di brutti risvolti storici politici, non ho smesso di piantare garofani nei vostri giardini: e proprio il garofano, se è vero che quello rosso, era usato come simbolo dal partito socialista, nel linguaggio dei fiori esso rappresenta la rinascita, l’affetto e l’ amore, oltre a comparire in una leggenda cristiana e ad essere ritenuto, in Giappone, augurio di buona sorte. Siamo in cerca di un sole che ci possa illuminare nell’utopico ideale, la sorte.
E ancora: “Nella mia realtà ideale si lavora per vivere, e la gente non può solo vivere del proprio mestiere”, parole che invitano a riservarci sempre quello spazio necessario alla riflessione su noi stessi, al raccoglimento che ci permette quella fuga dalla realtà, di cui il brano stesso tratta: la fuga verso un mondo migliore, un “ignoto ideale”, sconosciuto quindi, ma pur sempre frutto del nostro desiderio di vedere un universo migliore.
Oltre allo spessore e la profondità del testo, anche alla musica è dato ampio spazio, con notevoli parti strumentali all’interno del pezzo. La limpidezza delle sonorità, contrasta con il dark a cui s’ ispira il mood del brano, dove tra influenze di matrice anglosassone, con certi rimandi “Bowiani” anche per quanto riguarda le tematiche, spicca nell’ombra, l’atmosfera oscura, al confine con la cupezza, del sound dei Cure. Cupezza ravvivata dalla speranza sottesa al filo del futuro e ravvisabile dalle parole del testo: “Sorgeremo dalla cenere, marceremo tra la polvere, non sarà più possibile, la morte!”
Sonia Bellin.
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