Pagine

martedì 23 ottobre 2018

I MÅNESKIN A VANITY FAIR: «VEDIAMO SE SIAMO METEORE»

I MÅNESKIN A VANITY FAIR: «VEDIAMO SE SIAMO METEORE»

Milano, 23 ottobre 2018 - Damiano si è tatuato sul petto il titolo dell'attesissimo primo disco dei Måneskin, la sua band, Il ballo della vita, in uscita il 26 ottobre. Mossa rischiosa, è un po' come tatuarsi il nome della fidanzata: «Niente affatto, per me questo disco è un figlio e un figlio lo si ama per sempre», risponde nell'intervista a Vanity Fair, che lo ha messo in copertina del numero in edicola da mercoledì 24 assieme ai suoi tre compagni: Victoria, Thomas, Ethan. Con questo primo album tutti li aspettano al varco. «E noi aspettiamo loro: vediamo se siamo meteore».

Per partorire le dodici canzoni – 5 in inglese, 7 in italiano – «l'estate scorsa ci siamo chiusi per un mese in una casa di campagna fuori Milano», dice Victoria a Vanity Fair. Autogestione non solo creativa: cucinavano loro, soprattutto Damiano («Faccio cose normali: pastasciutte, purè di patate»). Incredibilmente, dicono i vincitori morali dello scorso X Factor, la Sony, la major che li pubblica, ha dato loro carta bianca, sebbene fossero al primo disco. «Noi non ci facciamo imporre niente da nessuno: altrimenti non ne vale la pena. Siamo questi e se ci volete ci prendete così», dice Damiano. «Anche ai tempi di X Factor, prima di cominciare ci eravamo detti: se vogliono tagliarci i capelli ce ne andiamo».

Non a caso, spiega a Vanity Fair il cantante, che è anche autore di tutti i testi, il disco ha come filo conduttore un messaggio: «La libertà di espressione. È un invito a esprimere sé stessi, a essere creativi, a trovare il proprio potenziale e a migliorarsi». A questo messaggio hanno anche dato un volto e un nome, Marlena, che infatti compare in parecchie canzoni. A un certo punto, nel singolo Torna a casa (debutto al primo posto delle classifiche), Marlena non si trova più e Damiano la prega di tornare. Ma quando è arrivata? «Nella mia vita verso i 16-17 anni. Prima ero tutta un'altra persona. Ero molto chiuso, stavo sempre sulle mie. Anche fisicamente ero diverso: capelli corti, zero tatuaggi, niente orecchini, camicia allacciata. Vivevo per farmi accettare, per accontentare gli altri. Poi ho capito che dovevo rendere conto solo a me stesso. Ho conosciuto loro, sono nati i Måneskin, che mi hanno fatto fare un grande upgrade personale. Ho capito che potevo esprimermi e quando lo fai, anche gli altri ti apprezzano di più perché ti vedono per come sei».

Oggi Damiano pratica la libertà di espressione senza pudori: «Sono molto a mio agio con il mio corpo e la mia sessualità». Pochi pudori anche tra le fan: «Alcune ci provano con un certo timore perché sono famoso, altre invece sono proprio hardcore… bigliettini, mani sul culo, messaggi ultra espliciti». Con questa vita da rockstar la scuola è passata in secondo piano: gli altri tre studiano da privatisti, Damiano ha abbandonato il liceo linguistico. In compenso, impone al gruppo tanto lavoro e una disciplina militaresca: «Dobbiamo mangiare solo cose sane», racconta Victoria, «qualche volta mi sono nascosta in camera a mangiare patatine fritte». Niente alcol, niente droghe, niente feste fino a tarda notte: «È una questione di rispetto verso il pubblico».

Nessun commento:

Posta un commento