Straordinaria
esibizione quella del giovane Luigi Paolillo che con la sua band - i VOICELESS
( Angelo Cioffi,
Raffaele Capriati e Aniello Montella )
con Mattia Luciano e Mario de Vita- ha sfoggiato una dopo l’altra, tre
storici brani della storia della musica italiana e che Luigi Paolillo ha riproposto ognuno con un’eleganza e una classe
impeccabile; del resto la laurea in canto lirico con specialistica in teatro
musicale (ottenuta con il massimo dei voti!) la dicono lunga sulla sua capacità
e la tenuta vocale, confermando le aspettative di uno- che ad un talento innato- ha saputo
affiancare uno studio continuativo che gli ha permesso di valorizzare la sua indubbia
capacità interpretativa. Classe 1991, Luigi Paolillo fa parte della cerchia di
chi, a soli 27 anni, ha alle spalle una carriera già da veterano, e questa sua
ultima esibizione al famoso Hard Rock Cafè di Firenze, lo dimostra in tutto e
per tutto: le tonalità raggiunte, affrontando un pezzo come “Tu Si ‘Na Cosa Grande”, per non parlare
dalla sensualità con cui ha reinterpretato “Il
tempo Di Morire” del grande Lucio
Battisti, che ha lasciato a bocca aperta il pubblico presente, ricevendo
continui e meritati applausi. Ma l’applauso più caloroso è stato riservato,
dopo il tributo dedicato al mai dimenticato maestro Lucio Dalla, la cui ancor viva ironia, celata dietro un brano
immortale come ”L’Anno Che Verrà”, ha
puntellato di fascino, ma anche di incomparabile intensità, una serata in questa
location a dir poco spettacolare e di grande prestigio. La pregnanza con la
quale Luigi Paolillo ha saputo cogliere i dettagli e le più piccole pieghe
sonore, in ogni pezzo, è stata convalidata dal coinvolgimento che l’artista è riuscito
a trasmettere al pubblico. Un pubblico che non si è lasciato intimidire ma che
ha saputo cogliere la travolgenza e la passionalità di chi, oltre a
incomparabili dote canore, sa stare sul palco, mantenendo una viva e calorosa
presenza scenica.
Sonia Bellin
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