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giovedì 17 maggio 2018


Straordinaria esibizione quella del giovane Luigi Paolillo che con la sua band - i VOICELESS
( Angelo Cioffi, Raffaele Capriati e Aniello Montella )  con Mattia Luciano e Mario de Vita- ha sfoggiato una dopo l’altra, tre storici brani della storia della musica italiana e che Luigi Paolillo ha riproposto ognuno con un’eleganza e una classe impeccabile; del resto la laurea in canto lirico con specialistica in teatro musicale (ottenuta con il massimo dei voti!) la dicono lunga sulla sua capacità e la tenuta vocale, confermando le aspettative di uno-  che ad un talento innato- ha saputo affiancare uno studio continuativo che gli ha permesso di valorizzare la sua indubbia capacità interpretativa. Classe 1991, Luigi Paolillo fa parte della cerchia di chi, a soli 27 anni, ha alle spalle una carriera già da veterano, e questa sua ultima esibizione al famoso Hard Rock Cafè di Firenze, lo dimostra in tutto e per tutto: le tonalità raggiunte, affrontando un pezzo come “Tu Si ‘Na Cosa Grande”, per non parlare dalla sensualità con cui ha reinterpretato “Il tempo Di Morire” del grande Lucio Battisti, che ha lasciato a bocca aperta il pubblico presente, ricevendo continui e meritati applausi. Ma l’applauso più caloroso è stato riservato, dopo il tributo dedicato al mai dimenticato maestro Lucio Dalla, la cui ancor viva ironia, celata dietro un brano immortale come ”L’Anno Che Verrà”, ha puntellato di fascino, ma anche di incomparabile intensità, una serata in questa location a dir poco spettacolare e di grande prestigio. La pregnanza con la quale Luigi Paolillo ha saputo cogliere i dettagli e le più piccole pieghe sonore, in ogni pezzo, è stata convalidata dal coinvolgimento che l’artista è riuscito a trasmettere al pubblico. Un pubblico che non si è lasciato intimidire ma che ha saputo cogliere la travolgenza e la passionalità di chi, oltre a incomparabili dote canore, sa stare sul palco, mantenendo una viva e calorosa presenza scenica.



Sonia Bellin


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