Oggi intervistiamo Luigi Paolillo
- Quando hai capito che la musica era parte di te?
Da
quando ho iniziato ad utilizzarla come linguaggio, e non solo, ma
anche nelle situazioni particolari, lei è sempre stata dentro di me,
quell’amica, quella sorella, quell’amore che non tradisce mai.
Non posso vivere senza la Musica, mi sentirei perso.
- Chi dei musicisti è il più matto di tutti?
Diciamo
che la pazzia è una caratteristica che ci accomuna quelle idee
stravaganti quelle risate coinvolgenti, il modo di fare musica, ma
soprattutto quello di sentirci completamente in estasi, in un mondo a
parte. Ma sicuramente il più matto è Angelo (il trombettista della
band)
- Com’è nata la vostra collaborazione?
Io
e Angelo ci conoscevamo da tempo, ma come appena ho avuto modo di
ascoltare la band in una loro esibizione, sono rimasto impressionato
dalla loro bravura, da quell’unione che è la forza e
caratteristica che li contraddistingue . E così tramite Angelo ho
conosciuto la band e sono felice di lavorare con loro.
- Oltre a collaborare insieme, siete anche amici?
La
musica come sempre crea legami, affetti, ed è a mio parere la parte
più importante, poiché è fondamentale che quella sinergia e quel
feeling che si è creato tra di noi sia il modo più sincero e
affascinante di fare musica. E sinceramente mi trovo benissimo con
loro, conoscendoci e dialogando tra di noi, ho capito che abbiamo
diversi punti in comune. E oggi posso dire di essere molto legato a
loro.
- Con chi hai legato di più?
Ma
con tutti, a dire il vero. Anche se li conosco da poco è come se ci
conoscessimo da una vita. Ognuno ha qualcosa da tirare fuori, sono
davvero delle persone fantastiche e speciali, oltre ad essere dei
musicisti straordinari. Sicuramente Angelo è quello che ha un
carattere più forte, duro ma allo stesso tempo con un cuore grande.
Aniello è una persona dotata di grande sensibilità, ed è quello
che riesce a ridurre quella tensione che a volte viene a crearsi tra
di noi, poiché siamo tutti dei matti da legare. E poi c’è
Raffaele, il batterista della band, lui secondo me è un caso a
parte, come appena l’ho ascoltato, sono rimasto senza parole,
perché riesce ad unire ritmo e anima, ed è secondo me la
caratteristica più importante e talentuosa di un musicista.
- Pianeta Paolillo, cosa vuol dire?
Pianeta
Paolillo è il luogo dove fino a poco tempo fa ci passavo la vita, e
ancora tutt’ora lo faccio, ma credo in maniera diversa. Sono sempre
stato una persona che non si è mai adattato alle cose o al mondo, e
forse ho trovato il mio rifugio in questo posto dove appunto mancano
le regole, la cattiveria, è un Paradiso dove abbonda di Follia,
Musica e Serenità. Ma il Pianeta Terra colpisce e colpirà sempre,
perché effettivamente è il luogo dove sono realmente, e allora
cominciano i disagi interiori, inizia a crollare ciò che è
l’immaginazione, poiché non avevo grande consapevolezza di vivere
sulla Terra. Ed è appunto un viaggio che ho intrapreso poco tempo
fa, quando effettivamente ero in una situazione particolare, avevo
perso il mio equilibrio interiore, e questo si ripercuoteva su quasi
tutti gli ambiti, fino a quando ho intrapreso questo percorso di
ricerca, ed ecco che è nato: Pianeta Paolillo, che oltre ad essere
l’inizio di un nuovo progetto discografico sarà anche un musical
teatrale, poiché i miei mondi sono due: Teatro in primis e
discografia.
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