Pagine

martedì 27 marzo 2018

LA CANZONE D’AUTORE IN SCENA AL TEATRO DEL NAVILE


Bologna, 24 marzo 2018.
In un piccolo teatro, ma la cui importanza e il cui prestigio riservano un valore incomparabile al cantautorato, si alternano cantanti e musicisti di grande talento, selezionati dal grande Marcello Romeo, la cui capacità critica ed esperienza, non sbagliano un colpo e riescono a riunire in una sola serata, una rassegna musicale , dove senza gare e senza sfide, ogni artista riceve un riconoscimento, tra cui anche ben tre premi della critica, decretati dalle giornaliste Sonia Bellin e Silvia Spadon.
La prima ad esibirsi è stata una grande interprete, STENYA che ha partecipato anche ad Area Sanremo e che ha riscaldato l’atmosfera del teatro sin dalle prime note del suo brano SU ME, dal testo non a caso molto personale, con l’eleganza e la classe di una veterana.
L’innovazione, scardinando ogni logica, è stata invece messa in risalto da Gedrizz e MaryBlue, con la canzone OBSOLETO, nell’intento perfettamente riuscito, di modernizzare il blues attraverso l’elettronica.
Il ritorno ad un’atmosfera più intimista riaffiora con lo stile punk di Micol Carli che, con la sua FRAGILI PAROLE, esprime il bisogno di percepire il valore dell’esperienza e delle cose della vita quotidiana, attraverso un timbro graffiante in perfetto accordo con il suo mood.
E’ poi la volta dell’originalità dei Pausa Caffè, che hanno ristorato tutti con un ritornello incalzante e di impatto immediato, esibendo tutta la loro introspezione, ben celata dietro la leggerezza di un brano che ha fatto cantare tutto il pubblico presente nel teatro.
E ritorna il cantautorato più melodico con la delicatezza della voce di Betty Rose, che ci fa addentrare nel suo GIARDINO SEGRETO, dove il paesaggio incantato raccontato, diventa riparo, come una sorta di nido primordiale.
La ballata di Betty, passa poi il testimone ad un’altra band, i 4 Seasons, coniatori di un genere tutto nuovo, l’elettro pop chic, ben rappresentato dal singolo CONTATTO, che ha convinto tutti sulla potenzialità radiofonica.
Ed ecco che si passa nuovamente un mood più raccolto, grazie all’avvolgente voce di Samy, che con DOV’ERI propone un brano autobiografico, dove una vita di turbolenze, lascia il posto alla serenità che la musica le ha fatto ritrovare, dandole la forza e il coraggio di dire, con l’intensità di un pezzo che valorizza a pieno il suo timbro “Saro’ l’artefice del mio futuro”.
Fa il suo ingresso nel palco poi il primo ospite della serata, il cantautore Marco Belluzzo, che ci dimostra quanto è difficile RIMANERE IN EQUILIBRIO, e quanto è per lui spontaneo invece, riuscire ad essere un erede indiscutibile del grande Lucio Dalla. Ma l’apporto di autenticità espressa attraverso il cantautorato, viene concessa al pubblico anche attraverso l’inaspettata e più che mai gradita esibizione dello stesso direttore artistico dell’evento: il grande Marcello Romeo, il quale non risparmia sorprese, invitando sul palco ad accompagnarlo, la splendida voce di Serenella Occhipinti, dando modo di offrire una performance di alto impatto emotivo, oltre che di stile e di eleganza pressoché unici. E con Umberto Sansovini si riprende la rassegna degli artisti emergenti, anche se Umberto non è certo nuovo nel panorama radiofonico italiano, ma nuovo è il suo singolo, dal titolo GUARDAMI, con un tema delicato quale la violenza sui minori e che il cantautore riesce ad esprimere attraverso un’inedita sensibilità. Sensibilità trasmessa anche dalle parole con cui Umberto presenta il brano, nonché da una poesia sulla vanità del mondo, con la quale la canzone è introdotta. Spazio agli strumenti con Jenni Gandolfi, la quale tra i musicisti che la accompagnano c’è anche un contrabbassista, che assieme al violino, è capace di trasportarci in un palcoscenico d’altri tempi, tanto che, su espressa richiesta di uno dei giurati, dopo LE MALELINGUE, la Gandolfi, si esibisce anche con OGGI CHE COS’HO.
Il giovanissimo Mattia Bonetti non lascia alcun dubbio: il suo oltre che un brano sociale, è un pezzo che crea una commistione non solo di genere, ma anche di lingue e di etnie. 15 DICEMBRE 2015 è il titolo di una canzone che tratta di quel brutale genocidio in Burundi, paese dove lo stesso Mattia è nato, e dove i giochi di potere hanno ucciso gli abitanti in massa, a colpi di macete. Attraverso questo brano, tra l’altro inserito in una compilation internazionale di “Canzoni contro la guerra” Bonetti, racconta la strage e, proprio nella parte cantata nella lingua tradizionale del paese, Bonetti esprime tutto il suo sconcerto e dichiara quanto Dio inviti questo popolo più che mai, alla fratellanza e alla pace. Un altro testo con una tematica sociale, e dall’argomento di notevole attualità, arriva da Francesco Mussoni, il quale orgogliosamente afferma, di aver deciso a 40 anni di “fare il cantautore”, e che si esibisce per l’occasione con NERO: un brano che nasce dall’incontro con un profugo del Mali e che, senza entrare in questioni politiche, narra di come il protagonista della canzone ha vissuto il viaggio, e come i colori e il paesaggio attorno a lui, cambiavano insieme alla sua vita che da questo momento l’avrebbe portato altrove.
ETERNI è invece una canzone che nasce in inglese ma che, il giovane cantautore Andrea Zacchi, ha poi adattato in italiano, dando l’opportunità al pubblico di ascoltare anche un assaggio della versione originale e facendo intuire- in pieno accordo con il significato della serata- quanto il testo sia oltre che parte integrante, fondamento del brano stesso. Altrettanto giovane e traboccante di entusiasmo è il talentuoso chitarrista Federico Ossani, che regala con CREDIMI, qualche nota di blues che si alterna a del buon pop d’autore.
Nessuna parola poi, ma solo di essere ascoltata, merita la straordinaria voce di Silvia Palazzini, la quale ha letteralmente incantato il pubblico con la melodia di LE MIE PICCOLE COSE, senza nulla togliere al testo, la cui profondità, è trasmessa da semplici gesti immortalati nell’emotività che Silvia esprime con la sua potenzialità vocale e che ha commosso più di qualche spettatore. E prima dell’ultimo ospite, fa la sua comparsa Davide Pagnini, un cantautore che riesce a riunire folk e pop, in uno stile retrò ma del tutto inedito, grazie ad un mood che alterna una ritmica cadenzata, alla melodia più confidenziale del suo cantato, degno di un titolo come IL BALLERINO DI JAZZ. E a chiudere questa splendida serata niente meno che Dona a deliziare il pubblico presente, non ancora esausto di buona musica, con il suo nuovo singolo GATTO (foggiano), a breve in radio e in tutti gli store, per un brano in perfetto stile folk d’autore, dove il dialetto acquista alto valore musicale, com’era nella più classica tradizione napoletana del compianto Pino Daniele e di cui Dona con la sua versione di JE SO’ PAZZO, propone un tributo degno di un napoletano doc con il cuore blues.




Nessun commento:

Posta un commento