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domenica 15 ottobre 2017

Una band nata in un bar di Trento, intervista agli Electric Circus



Gli Electric Circus sono una band strumentale con influenze jazz e psichedeliche, che si lascia ispirare da generi come il funk, la musica etnica, il blues. Li abbiamo intervistati in occasione dell’uscita del loro album “24/7″

Come mai vi chiamate Electric Circus?
Abbiamo creato il nome a tavolino, poiché avevamo un concerto, ma non un nome con cui presentarci. Quindi abbiamo diviso una lavagna in due sezioni, il risultato era un nome composto da questa combinazione di elementi. Non riuscendo a metterci d'accordo tra di noi a parole, abbiamo creato questo metodo, per dare libero sfogo alla fantasia, creando le combinazioni più strane. “Electric Circus” l'abbiamo trovato particolarmente sensato per il fatto che rende i concetti di una band con strumenti elettrici(non scontato in ambito jazz), di varietà e contaminazione, essendo il circo un insieme di artisti con caratteristiche e discipline diverse.

Raccontateci l'esperienza col crowdfunding per 24/7
Quest'esperienza è nata proprio dalla nostra ricerca di varietà. Volevamo produrre qualcosa che andasse oltre alle note suonate, così abbiamo deciso di provare a chiedere ai nostri sostenitori un finanziamento tramite il sito Eppela. Il raggiungimento del traguardo fissato c'ha permesso di coinvolgere altri artisti nel nostro progetto e di includere nel CD un booklet/poster che racchiude visualmente il risultato finale di questo esperimento.

24/7 è figlio di un progetto legato a più arti. Vi piace contaminarvi?
La contaminazione per noi è l'essenza stessa della musica, oggi più che mai il panorama musicale è in continua mutazione sempre alla ricerca della novità. Abbiamo chiamato il nostro primo Ep “Evoluzione”, proprio ad indicare la continua ricerca e la dinamicità del processo creativo. Allo stesso modo il titolo “24/7” rimanda anche a questo, un cantiere sempre aperto, un oggetto tangibile che varca le barriere spazio-temporali della materia diventando un'idea, dinamica, tanto accessibile quanto sfuggevole, sempre aperta ad essere contraddetta e/o reinterpretata.

Come siete finiti a suonare insieme?
Ci siamo incontrati per caso in un bar di Trento, dopo due chiacchiere abbiamo deciso di trovarci in sala prove e trasformare le parole in fatti.

Siete soddisfatti della vostra ultima fatica discografica?
Sì, abbiamo proposto un lavoro che unisce in un unico CD tante interpretazioni diverse della musica e dell'arte in senso più generale, abbiamo coinvolto amici e sostenitori nel progetto, creando un sound originale e fresco. Chiaramente non ci fermiamo qui non pensiamo di aver raggiunto un traguardo e guardiamo in avanti, con tanta voglia di produrre qualcosa di ancora migliore.

Cosa vi aspettate dalla musica?
Ci aspettiamo quello che ci ha sempre dato, la gioia di condividere la nostra passione tra di noi musicisti, ma anche con chi ci apprezza e con la gente che man mano incontriamo portando in giro il nostro progetto.

Progetti futuri?

Stiamo cercando il tempo per poter lavorare sul sound in sala prove, non appena saremo pronti vedremo come far evolvere la situazione e se pensare ad una pubblicazione più creativa come quella di 24/7.

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