Gli Electric Circus sono una band strumentale con influenze jazz e psichedeliche, che si lascia ispirare da generi come il funk, la musica etnica, il blues. Li abbiamo intervistati in occasione dell’uscita del loro album “24/7″
Come
mai vi chiamate Electric Circus?
Abbiamo
creato il nome a tavolino, poiché avevamo un concerto, ma non un
nome con cui presentarci. Quindi abbiamo diviso una lavagna in due
sezioni, il risultato era un nome composto da questa combinazione di
elementi. Non riuscendo a metterci d'accordo tra di noi a parole,
abbiamo creato questo metodo, per dare libero sfogo alla fantasia,
creando le combinazioni più strane. “Electric Circus” l'abbiamo
trovato particolarmente sensato per il fatto che rende i concetti di
una band con strumenti elettrici(non scontato in ambito jazz), di
varietà e contaminazione, essendo il circo un insieme di artisti con
caratteristiche e discipline diverse.
Raccontateci
l'esperienza col crowdfunding per 24/7
Quest'esperienza
è nata proprio dalla nostra ricerca di varietà. Volevamo produrre
qualcosa che andasse oltre alle note suonate, così abbiamo deciso di
provare a chiedere ai nostri sostenitori un finanziamento tramite il
sito Eppela. Il raggiungimento del traguardo fissato c'ha permesso di
coinvolgere altri artisti nel nostro progetto e di includere nel CD
un booklet/poster che racchiude visualmente il risultato finale di
questo esperimento.
24/7
è figlio di un progetto legato a più arti. Vi piace contaminarvi?
La
contaminazione per noi è l'essenza stessa della musica, oggi più
che mai il panorama musicale è in continua mutazione sempre alla
ricerca della novità. Abbiamo chiamato il nostro primo Ep
“Evoluzione”, proprio ad indicare la continua ricerca e la
dinamicità del processo creativo. Allo stesso modo il titolo “24/7”
rimanda anche a questo, un cantiere sempre aperto, un oggetto
tangibile che varca le barriere spazio-temporali della materia
diventando un'idea, dinamica, tanto accessibile quanto sfuggevole,
sempre aperta ad essere contraddetta e/o reinterpretata.
Come
siete finiti a suonare insieme?
Ci
siamo incontrati per caso in un bar di Trento, dopo due chiacchiere
abbiamo deciso di trovarci in sala prove e trasformare le parole in
fatti.
Siete
soddisfatti della vostra ultima fatica discografica?
Sì,
abbiamo proposto un lavoro che unisce in un unico CD tante
interpretazioni diverse della musica e dell'arte in senso più
generale, abbiamo coinvolto amici e sostenitori nel progetto, creando
un sound originale e fresco. Chiaramente non ci fermiamo qui non
pensiamo di aver raggiunto un traguardo e guardiamo in avanti, con
tanta voglia di produrre qualcosa di ancora migliore.
Cosa
vi aspettate dalla musica?
Ci
aspettiamo quello che ci ha sempre dato, la gioia di condividere la
nostra passione tra di noi musicisti, ma anche con chi ci apprezza e
con la gente che man mano incontriamo portando in giro il nostro
progetto.
Progetti
futuri?
Stiamo
cercando il tempo per poter lavorare sul sound in sala prove, non
appena saremo pronti vedremo come far evolvere la situazione e se
pensare ad una pubblicazione più creativa come quella di 24/7.
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