Il
musicista bergamasco, aggiungendo una nuova impronta al percorso
narrativo e musicale già avviato con “Volo”, dà vita ad un
incontro fra mondo cantautorale e musica popolare di estrema
efficacia.
“Uomo
di legno” è un tassello compositivo del concetp-album
da cui è estrapolato. Un brano che scorre a suon di canzone
popolare, sull'incedere arpeggiato della chitarra. È la vicenda di
un uomo "di terra e di mare", come si canta.
“Gente
di terra”, l’album da cui il singolo viene estratto,
è una raccolta audace
e sensibile che
si rivolge al suo pubblico con l’augurio di speranza e voglia di
riscatto: la speranza di
vedere le cose con occhi nuovi e sereni, con l’incrollabile fiducia
nel futuro senza temere i cambiamenti, e la voglia
di riscatto del genere umano che
deve ritrovare le sue origini e affidarsi a esse con semplicità e
umiltà. Il tutto è accompagnato da una musicalità che vede il
ritorno agli strumenti
tradizionali della cultura popolare come
il primo amore dell’artista ovvero la fisarmonica, che dà ai brani
un’aura semplice e genuina.
DICONO
DI LUI
"Un
disco “classico” se vogliamo ma sicuramente intenso di contenuti
da raggiungere con impegno e devozione.” Blog
Della Musica
“Mazzoleni
sfoggia saggezza e quiete in brani anche più ritmici, da mostra
matura dell’uso della buona parola misurata come si deve
all’interno delle sue melodie”
Red,
Sound 36
"La
spiritualità è l’unico vero protagonista in un disco che potremmo
definire figlio di questa Terra più che di questo tempo. Le liriche
di Pier
Mazzoleni restano
sempre il maggior incanto della sua produzione d’autore e in questa
ricca occasione di rinnovamento e rivoluzione si rende di nuovo
pubblico con un disco che richiama la Francia di suggestioni
romantiche e bohémien e quel populismo di genti e di viaggi di
provincia e di mare, sposando a pieno disegni e costumi di un De
Andrè ultimo
periodo.”
LoudVision
"Sono
classici i suoni di Pier Mazzoleni che se pur lasciando il
suo Jazzy resta sempre fedele ad uno stile che questa volta
si proietta in uno scenario romantico di sensazioni, di spiritualità
e di sapori francesi.”
Luca
Marsi, Fullsong
"La
personalità si riflette (forse) in ogni singola partitura testuale e
musicale dove l’unico vero protagonista è l’animo in continua
esplorazione di questa vita”. Gianluca
Clerici, Just Kids Magazine
"Un
lavoro popolare direi nobile in una bella accezione del termine in
cui non si fa certo sconti all’uso dei tempi moderni e della
forma canzone che tanto piace anche alla conclamata scena indie”.
Marco
Vittoria, Ventonuovo
"Pier
Mazzoleni nella sua carriera lunga di successi e di traguardi
realizza questo nuovo disco di mondo e di gente: e che siano
tutti personaggi di fantasia o migrazioni delle anime straniere o che
sia una biografia personale troppo intima ed eretica per poterla
confessare, questo non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai”.
Exitwell
"Un
lavoro italiano, una musica leggere che arricchisce un panorama che
di consueto dimentichiamo quanto sia ricco di vita e di proposte
anche e soprattutto dai più inaspettati scenari underground.”
Boxmusica
"dopo
anni di grandi scritture, collaborazioni e - soprattutto -
esperienza, Pier Mazzoleni sforna un disco che ricalca le origini
di terra di un popolo che lui vive e di cui fa parte”.
Paolo
Tocco, Deapress
“Non
è un disco facile, ma non per questo è un trattato di fisica
quantistica o filosofia trascendentale. Devo dire che c’è veramente
di tutto, la gioia, ma anche la sofferenza. Ascoltatevelo e
riflettete sul mondo e sulla vita che ci scorre attorno. Più
che consigliato!”
Vanni
Versini, Onda Musicale
"suona
benissimo, elegante, che sfoggia poetica e maturità rispolverando
soluzioni tipiche della grande musica leggera italiana.” Marco
Vigliani, Sound Contest
"Un
bellissimo pop d’autore lo definirebbero i più. Semplice, leggero
ma allo stesso tempo per niente scontato, immediato nei riff da
stereotipi radiofonici”.
Alessio
Primio, 100 decibel
"Siamo
di fronte a un disco pregiato e finemente ricamato da cui ho preteso
un ascolto più ricco e preciso nella produzione audio e invece Pier
Mazzoleni,
per quanto abbia tra le mani un grandissimo lavoro, si perde appena
nella rifinitura di certi vezzi che trasformano un bel disco in un
grande disco”.
Musicletter
"Undici
pezzi maestosi, che colpiscono per questa loro pienezza, questa
ricerca di suoni e spiritualità, a volte eccessiva”. Alligatore
"Pier
Mazzoleni col suo nuovo album "Gente di terra" rilascia
una sorta di concept album "spirituale", per ricercare
nuove strade e ritrovarsi, 11 canzoni ben suonate e arrangiate, con
melodie semplici e raffinate”.
Grandi
Palle di Fuoco
"un
folk ricercato nei dettagli e negli arrangiamenti, reso
particolarmente sincero da una voce profonda ed emozionante”. Simone
Conficoni, Musicmap
"Pier
Mazzoleni ci propone un disco in cui vendica ed esorcizza una società
sempre più priva di creatività e voglia di dar voce a nuove cose,
la paura di sperimentare ma soprattutto, come in questo caso, la
paura di mettersi a nudo, perché questo “Gente di terra” è un
disco “nudo” di macchinazioni e strategie digitali lasciando
soltanto spazio ad una scrittura molto italiana, semplice e ricca di
quel gusto per la tradizione della nostra gente. L’attenzione
per gli arrangiamenti, di quando in quando i suoni e gli strumenti
giocano carte davvero interessanti, un disco che vale la pena
ascoltare”.
Paolo Polidoro, Musicalnews
"Mazzoleni
sa raccontare in musica i profumi del mare,
e degli orizzonti sognati che sono un po di tutti e delle vicende
metropolitane, della vita di ogni giorno e di tutto ciò che lega nel
mondo la gente, gioie e dolori, attimi, disastri, amori, e passioni
in un gradevole e talentuoso mix di jazz e di swing, e di sensuali
ritmi latini”.
Quadri
Project
"Mazzoleni
però, contaminato da un terreno musicalmente iper-fertile come la
bergamasca, colpisce per l'essere personificazione dell'artista
a trecentosessanta gradi, teso a guadagnare la massima ampiezza
del ventaglio delle scelte artistiche senza mai uscire da un'identità
ben definita e tratteggiata con mano ferma”. Brizz,
Gtb Reviews
BIO
Pier
Mazzoleni è un cantautore che miscela la sua storia alle
composizioni, raccontate con pochi ed essenziali elementi, con
l’emozione costante del rapporto col pubblico. Racconta testi che
profumano di mare, di orizzonti e ironie metropolitane, di club
fumosi, di amori, di sè e di ciò che ne rappresenta il contrario.
Le
sue canzoni sono intrise e grondanti di jazz e di swing, di ritmi
latini, di America, di ricordi e di passioni, di storie comuni. Ma
anche e soprattutto di racconti popolari e di attenzione per i più
deboli.
Muove
i primi passi nella musica a 9 anni, come fisarmonicista popolare, e
ben presto grazie alla tecnica acquisita, passa alla musica classica
con il suo strumento. Ottiene buoni piazzamenti in alcuni concorsi
regionali. I Fratelli Toti e Mino Spallino del gruppo Le
piccole ore, lo scoprono e lo fanno
partecipare al dopo Festival di Sanremo
ripreso in tv da La Bussola di Viareggio, nel
Febbraio del 1983 (a quindici anni); lì Pier si esibisce con il
gruppo dei Made in Italy con i quali presenta
la compilation Discotangotanz,
prodotta dall’etichetta Alpharecord di Milano. Segue una tourneè
di concerti e dirette radio-televisive in Italia con la
partecipazione al programma Domenica in
presentato da Pippo Baudo. Il periodo
successivo, serve per sperimentare alternative alla musica; risulterà
logoro ma al tempo stesso fervido di creatività. Ogni elemento viene
trattato con cura; dietro allo chansonnier,
c’è tanto lavoro, a corollario di un aspetto genuino. A Pier
appartiene una voce forte nel timbro a tratti dolce e teatrale che sa
esprimere il significato delle parole; come a sottolinearlo, quasi
aspetto dominante delle sue canzoni: “La
musica che scrivo è accompagnamento ai miei testi, che però vivono
di armonia e con essa si intrecciano”. I
testi scorrono lungo un asse immaginario, in una dimensione intuitiva
e spesso da Crooner. E
non è raro scorgere nei suoi scritti parole, modi di dire o
inflessioni francesi, reali o inventate. Pier esce allo scoperto con
tutte le carte che può giocare; quella del musicista, del cantante e
autore, quella del teatrante.
Gli
è naturale la formula del "Solo
voce-pianoforte". In concerto Pier
libera se stesso, il che contribuisce a creare un ponte continuo con
il pubblico.
Costituisce
il “PM Acoustic Quartet”
gruppo attraverso il quale, oltre al suonare i brani più importanti
della musica italiana (soprattutto le canzoni della scuola genovese,
e su tutte quelle di Luigi Tenco con cui ha un legame forte e
indissolubile), sperimenta generi alternativi e collabora con
musicisti del panorama pop jazz italiano. E’ direttore del Centro
Emotivo Musicale, la scuola di musica da lui fondata a Bergamo nel
2003, presso cui insegna pianoforte e fisarmonica.
È
ospite di Red Ronnie per l’intervista e concerto sul palco dei Miti
della musica di Bologna.
E’
finalista al Premio Donida 2010.
Nel
gennaio e febbraio 2013, in trio (con il percussionista senegalese
Dudù Kouate e l’hammondista-fisarmonicista Alberto Sonzogni),
porta in giro il tour teatrale “È
un uomo”
in cui, con la formula a lui più congeniale del teatro canzone,
presenta i brani dei suoi dischi, nella duplice veste di
cantautore/pianista e attore recitante. La regia dello spettacolo è
della regista Rai Silvia
Barbieri.
Escono diverse recensioni, su tutte quelle su Il
Giorno
e sul Corriere
della sera.
A
ottobre 2013 tiene alcuni concerti in duo acustico, piano e chitarra,
a Parigi e a Saint Baux in Normandia prodotti da La
fabrica quoi.
Il
20 dicembre 2014 è sul palco del Pala Facchetti di Treviglio con
Paolo Vallesi, Andy dei Bluvertigo e Luca Napolitano per un omaggio a
Jenni Cerea.
Il
21 marzo 2015 è ospite al “Primo Memorial Luigi Tenco” presso il
Teatro della Ruggine di Acquiterme, dove presenta una sua
rivisitazione jazz di Vedrai
vedrai
e alcune sue composizioni dal disco La
tua strada.
Ha
formato una orchestra a suo nome di 9 elementi, a metà tra il jazz e
la classica.
Il
28 maggio 2014 ha visto la pubblicazione, con la casa editrice David
and Matthaus, Dicembre
mai cercato,
il suo primo romanzo, presente nei cataloghi Feltrinelli e Mondadori.
Tra ottobre e dicembre 2014 ha tenuto 15 presentazioni, quasi tutte
con concerto a seguire. Pier è autore di diversi racconti brevi e di
circa 200 poesie, scritte in un intervallo di tempo che va dal 1998 a
oggi e non ancora pubblicate. Portano
la sua firma i progetti musicali, primo tra i quali “L’Isola
canzoni d’autore” del
2006, disco pop jazz, condiviso con un piccolo gruppo di musicisti di
chiara fama. Registrato tra Maggio e Giugno 2009 “La
tua vera identità”,
il suo secondo lavoro, un cd con 12 brani, di cui Pier è compositore
e produttore artistico. Il terzo disco dal titolo “La
tua strada”,
uscito a Gennaio 2012, è stato registrato tra Giugno e Settembre
2011 e contiene 13 canzoni inedite. Il nuovo lavoro, il cui il
singolo omonimo è uscito in diverse radio italiane, è scritto,
composto e pre-prodotto dallo stesso autore, per l’etichetta
Oddtimesrecords e distribuito da Egea Italia. Il
29 marzo 2016 è uscito il suo secondo romanzo, Il
destino di Ippolita, edito
dalla casa editrice Silele. Il
suo quarto album di inediti, Gente
di terra,
è
lo specchio del nostro tempo, è il riflesso di popoli che si
spostano sulla superficie del globo; sono le voci degli uomini in
cammino, uomini che cercano il loro posto. A fronte di altri uomini
che hanno paura del cambiamento. E questo nuovo lavoro è anche la
parola spirituale di qualcuno che si è sacrificato per l’umanità.
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