Cecilia Sanchietti con il fotografo Pino Ninfa
per "Circle Time & Life"
La batterista romana fonde la sua musica con le immagini del noto fotografo Pino Ninfa sabato 14 marzo al Teatro Il Cantiere di Roma. Un progetto speciale in cui entrambi gli artisti uniscono le loro esperienze nel sociale e nell'interculturalità. Temi di cui è permeato l'album "Circle Time" di Cecilia Sanchietti appena uscito con Alfa Music, e che sabato verrà dunque presentato live insieme al reportage fotografico di Ninfa.
La musica si fonde alle immagini: sabato 14 marzo alle ore 21 al Teatro Il Cantiere di Roma (via Gustavo Modena 92) la batterista e compositrice Cecilia Sanchietti presenta il suo album "Circle Time", appena uscito con Alfa Music, insieme al fotografo Pino Ninfa, noto per la sua grande attività internazionale sia in ambito musicale (Heineken Jammin Festival, Blue Note, Time in Jazz, Vicenza Jazz Festival, Roccella Jonica, Valtellina Jazz, Prato Jazz Festival, Padova Jazz Festival, Nuoro Jazz) che nel sociale (Emergency, Amani, CBM Italia e Cesvi).
La loro collaborazione nasce come frutto dell'esperienza parallela di entrambi in ambito interculturale, con viaggi di solidarietà e reportage in progetti di cooperazione. Le foto che Pino Ninfa ha selezionato per questo progetto, dal titolo "Circle Time & Life", così come i brani del disco parlano di interazione, società, rapporti interpersonali, relazione con il diverso. In "Circle Time" ritroviamo infatti il grande percorso umano e professionale di Cecilia, parallelo a quello musicale: volontaria, educatrice e organizzatrice di eventi a sfondo sociale, Cecilia ha avuto esperienze in Serbia, Bosnia, Kossovo, Senegal, Chiapas, Repubblica Democratica del Congo, Rwanda e nei Municipi della Capitale raccogliendo esperienze e volti umani che si ritrovano tra i brani e tra le dediche del disco. Un lavoro dalla forte identità mista a volte a richiami etnici.
Come scrive Dario Zigiotto nelle note di copertina, l'album "una splendida intuizione progettuale e artistica, perché dietro c'è un'idea e, cosa ancor più importante, un sentimento aperto: un'espressione di umanità dove la libertà del jazz attrae i legami sociali e accoglie le diverse identità. "Circle Time" è intriso di un jazz antropologico che sogna un nuovo umanesimo cosmopolita e qui, almeno musicalmente, utopicamente integrato".
Nell'album è racchiusa anche tutta l'esperienza musicale di Cecilia che negli anni si è esibita su importanti palchi in compagnia di grandi artisti e formazioni tra cui l'Orchestra del 41° parallelo, Rita Marcotulli, Javier Girotto, Cristina Comencini, Lunetta Savino, Fabio Abate, Carmen Consoli, Luca Madonia, Stefano Scatozza, Raffaella Misiti, Lucilla Galeazzi, Giovanna Marini, Andrea Satta, Isabella Mangani, Giorgio Cuscito, Federica Zammarchi, Paolo Tombolesi, Melvin Brown, Marco Rea.
Sul palco del Teatro Il Cantiere, anche i musicisti che compongono il Cecilia Sanchietti Jazz Project: il sassofonista Davide Grottelli, la pianista Gaia Possenti, il contrabbassista Stefano Napoli e, special guest, il trombettista David Boato, il percussionista Michele Martino e il chitarrista Stefano Scatozza.
Registrato a gennaio 2015, "Circle Time" nasce nel 2013 come un'idea progettuale jazz con contaminazioni etniche/afro e si è poi sviluppato grazie alla competenza e al talento dei musicisti che hanno accompagnato Cecilia nella sua realizzazione: oltre al quartetto di base, il disco si avvale dell'importantissimo supporto di Stefano Scatozza e Federica Zammarchi. Attraverso l'interplay e l'improvvisazione jazzistica il gruppo propone, stimola e contiene l'espressione di ciascun artista. Musicalmente è un viaggio interattivo tra stili - in particolare jazz, etnica e afro - giocando con sonorità, armonie, ritmiche e modalità di conduzione appartenenti a diverse culture ma senza mai identificarsi in maniera definitiva con nessuna in particolare.
Cecilia: "Circle Time" è anche un modo di portare il tempo durante le esecuzioni, in modo "circolare", tipico del jazz. Si gira intorno, si balla e si gioca con lui. "Esteticamente" il ritmo diviene morbido e accattivante, colorato, si perde e si ritrova (in realtà sapendo sempre dove sia) e anche il batterista si può "permettere" di intonare e comporre melodie, non perdendo mai di vista il suo ruolo. Il progetto è nato anche per questo, per dare spazio ad una dimensione più espressiva del mio ruolo ritmico.".
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