--
www.CorrieredelWeb.it
KORA BEAT
presentano
"WIRI WIRI"
primo singolo che anticipa la pubblicazione del nuovo album
YAKAR
il prossimo 9 febbraio 2019.
Guarda il video di WIRI WIRI
in anteprima esclusiva su ROCKON
e ascoltalo da martedì 4 dicembre in radio.
A giorni partiranno per il Senegal dove si esibiranno all'interno di tre importanti festival, e 'testeranno' dal vivo, dimensione ideale, YAKAR, il nuovo lavoro discografico dei KORA BEAT, che uscirà il 9 febbraio 2019.
Ma prima di partire, ci concedono un assaggio, con un primo singolo il cui video è in anteprima esclusiva su ROCKON!
Diretto da Walter Tulmen Corrado e da Pietro Ali' Passatore, il video è girato in buona parte in Barriera di Milano, quartiere multietnico di Torino che rappresenta bene il mix di culture alla base della band. Le altre riprese sono state girate nelle Valli di Lanzo e nella galleria dell'artista pittrice Claudia Francesia; la danza è curata dalla compagnia Sowilo di Simona Brunelli.
WIRI WIRI (Djarindare) Gira gira e torna all'inizio: questo recita un noto proverbio senegalese, da cui la canzone trae il suo titolo. Il brano, afro con accenni jazz e rock, contiene in sé lo spirito del disco: affrontare il tema della speranza con allegria, curiosità e giocosità senza scendere nella superficialità. Il testo racconta la storia di un ragazzo ambizioso, ma senza studi e conoscenza, che si ritrova in un momento difficile e buio della sua vita. L'incontro con un saggio lo condurrà verso un cammino di consapevolezza e fiducia nelle proprie risorse.
La fiducia del resto è alla base della speranza. E tutto questo album dei KORA BEAT racconta e suona la speranza (Yakar, in lingua Wolof).
I testi delle canzoni narrano storie, storie che partono dal Senegal e dai paesi vicini, e viaggiano sino ad arrivare a noi con l'intento di trasmettere un chiaro messaggio: qualunque cosa sia successa, si può ricominciare. Insieme.
Cheikh Fall, voce dei KORA BEAT, è molto legato alle tradizioni artistiche e religiose africane, le quali risultano un fondamentale, saldo punto di partenza per sperimentare altri mondi, musicali e non. Ed è proprio dall'incontro tra culture artistiche, tra la musica tradizionale senegalese e la cultura musicale occidentale, che nascono i KORA BEAT.
Tutti questi incontri si ritrovano nei testi, che affrontano anche difficili passaggi come i viaggi della speranza dei migranti (che alcuni di loro conoscono da vicino…) e storie di dolori terribili, che però conducono sempre a un nuovo cammino.
Come la potenza della loro musica, così YAKAR è un vero e proprio grido di speranza.
Provate a gridarlo forte, funziona.
VIDEO CREDITS
Direttore della fotografia // WALTER TULMEN CORRADO
Fotografa di scena // VALERIA FIORANTI
Montaggio // PIERO ALI' PASSATORE
Color correction // WALTER TULMEN CORRADO
KORA BEAT è un progetto nato a Torino dall'idea di Cheikh Fall, musicista senegalese di Dakar, maestro di kora*.
(*kora: strumento dei cordofoni assimilabile all'arpa a liuto, diffuso in buona parte dell'Africa occidentale, il cui utilizzo è molto presente nella musica tradizionale dell'etnia mandinka.)
Cheikh arriva in Italia nell'agosto del 2005, al termine di un tour in Belgio e Olanda con la formazione nella quale, al tempo, suonava percussioni e kora. La kora di Cheikh trova subito occasione di far sentire la propria 'voce' anche nel nostro paese: Cheikh infatti è tra i primi musicisti della formazione dell'Orchestra di Piazza Caricamento, band multiculturale nata a Genova e divenuta simbolo artistico della convivenza e della non violenza, della creatività e della metamorfosi culturale. Con loro Cheikh realizza tre album - il primo dei quali, "Babel Sound", ha ottenuto il riconoscimento di Amnesty International per l'impegno sui diritti umani – e numerosi concerti fra Italia, Slovenia e Croazia oltre a fitte collaborazioni artistiche con musicisti come Antonella Ruggero.
Contemporaneamente al suo impegno all'interno dell'Orchestra di Piazza Caricamento, Cheikh è attivo al fianco di Saba Anglana, cantante italoetiope per la quale ha suonato in tre album e con la quale si è trovato spesso in festival di alto livello jazz e non solo, e a dividere il palco con artisti come Niccolò Fabi.
L'idea alla base del progetto KORA BEAT, ovvero quello di portare la kora a incontrare sonorità lontane dalla musica tradizionale, per scoprire le potenzialità nascoste in tali contaminazioni, nasce alla fine del 2011, inizialmente dall'incontro tra Cheikh e Samba Mbaye (anch'egli musicista senegalese), e dai loro contatti con la scena jazz/underground torinese che li porta a conoscere Gianni Denitto e Andrea Di Marco, ai quali si aggiunge successivamente Badara Dieng: il quintetto intraprende così un viaggio artistico nel quale esplora le potenzialità della kora, qui messa al servizio di generi diversi come il jazz, il funk e i ritmi africani moderni come lo mbalax e il coupé decalé.
Il risultato è un sound sempre riconoscibile, con potenti groove generati dalla sezione ritmica, che sorreggono un dialogo continuo tra kora e sax, senza però rinunciare alla canzone, con la voce di Cheik che canta la speranza che lui e il suo popolo hanno portato in giro per il mondo, anche attraverso la musica.
Il loro viaggio, quello del loro popolo e di tutti i migranti, insieme all'esperienza che nasce dall'incontro con nuove culture, i temi sociali della convivenza e del dialogo interculturale sono i temi di cui trattano le canzoni dei KORA BEAT, temi espressi in lingua Wolof, Mandeng, Malinke, lingue che, supportate da musiche e fraseggi, sanno rendersi evocative e suggerire gli argomenti trattati.
Il gruppo, molto attivo sul fronte live, ha già suonato in Italia, in Senegal e in India, e si è esibito in contesti prestigiosi come il Piccolo Teatro di Milano, il Torino Jazz Festival, La settimana italiana a Dakar, il Bihar Diwas a Patna (India), il Tarantella Power Festival in Calabria.
Dopo Afrique Unie (2015) il 9 febbraio 2019 sarà pubblicato il secondo album Yakar per l'etichetta K-BROTHERS.
I KORA BEAT sono Cheikh Fall Kora, voce, autore e compositore
Gianni Denitto Alto Sax, effetti
Andrea di Marco Basso elettrico
Badara Dieng Percussioni
Samba Mbaye Batteria
LP torna in Italia, a Roma e Milano i firmacopie per il nuovo album 'Heart To Mouth'
"Credo che le canzoni valgano più di tante parole": non è uno slogan, ma solo un pensiero di LP, alle spalle quattro album in studio, migliaia di concerti (uno dei più recenti, la sua entusiasmante partecipazione alla Notte della Taranta dello scorso agosto, ma anche i palchi internazionali del Coachella, Mad Cool e Outisde Lands), un successo che è cresciuto quanto più l'artista statunitense di origine italiana "ha lasciato fare" a se stessa, nell'ispirazione e nelle intenzioni delle canzoni. È stato così che i video di Lost On You, Muddy Waters, When We're High sono arrivati a oltre 280 MLN di visualizzazioni in un anno e che l'album Lost On You è diventato disco di platino in Italia, Francia, Svizzera, Russia, Polonia, Grecia e molti altri paesi. Credenziali importanti, che però si potrebbero anche dimenticare ascoltando le note del nuovo singolo sinuoso e profondo, toccante e intenso come Recovery. Se anche non conoscessimo LP, rimarremmo in ogni caso colpiti dalle sfumature di un pezzo che risplende nell'oscurità, così come certi fiori luccicano nel fango.
Heart To Mouth (lavorato con il collaboratore e produttore di Lost On You Mike Del Rio -Eminem, X Ambasciatori, Skylar Gray- e l'autrice Nathaniel Campany) in uscita il 7 dicembre per X Energy/Believe/Sony, raccoglie brani in cui dal cuore si arriva alla bocca, dal sentimento alle parole, dalla quiete alla tempesta, con un'attitudine schiettamente rock. L'artista sarà in Italia per i firmacopie sabato 8 dicembre a Roma presso Discoteca Laziale e domenica 9 dicembre Milano presso Mondadori Megastore (Duomo).
Un felice cortocircuito di melodie e di ritmi accompagnati da un canto che tende la malinconia verso un punto di non ritorno (Dreamcatcher) o la frenesia verso timbri rocciosi e parecchio riconoscibili (When I Move Over You). Che infatti rimanga sugli sfumati (One Night In The Sun) o che acceleri sui ritmi (Girls Go Wild), LP è essenzialmente una voce, che risuona di traccia in traccia, che si muove ineluttabile (The Power) e ruggente (Special, una chiusa di partita parecchio rock'n'roll), concedendosi anche un pugno di gemme dichiaratamente pop (Shaken) e retroattive (House On Fire). Non c'è un solo genere per queste continue e riuscite divagazioni fra folk del nuovo Millennio (Hey Nice To Kow Ya) e pulsazioni corali (Die For Your Love) e solitarie (Dreamer), dove, più che struggersi, si affrontano con energia amore, sogno, abbandono. Heart To Mouth, nelle sue componenti, aggiunge alle hit del passato una terza dimensione, dove fragilità e forza convivono, si raccontano, e si aprono a un nuovo viaggio che si preannuncia una volta ancora, memorabile, col cuore e con le parole.
In occasione dell'uscita del nuovo album sabato 8 dicembre, alle ore 22, LP sarà in concerto in esclusiva su "Radio2 Live", in una serata evento condotta da Carolina Di Domenico e Pier Ferrantini, aperta ad un numero limitato di persone e in diretta su Rai Radio2.
IL MARE
The SEA Forgive Aloft è ispirato all'omonimo film: un dramma di vita triste, atmosferico, lento e pensieroso. La canzone è arrangiata con violoncello per creare maggiore profondità, orchestrata da Davor Rocco e Antonija Pacek, con Neva Begovic al violoncello. Late Fall è stato in realtà composto alcuni anni prima alla fine della stagione autunnale. La composizione ritrae una frustrazione che si vive con il passare del tempo, a volte troppo veloce, a volte troppo lento, che nasce dalla delusione di non vedere risultati veloci nonostante l'immenso lavoro costruito col cuore. Eppure non rappresenta un brano "downer", perché è comunque intriso di energia per avere la forza di andare avanti e rimanere concentrati e motivati. Expecting Nina descrive uno stato d'animo felice, quando Antonija era incinta della sua prima figlia e ne aspettava l'arrivo. Magic Forest è incentrato sulla visione di una foresta in cui si possono scoprire cose misteriose, vedere nuovi posti e incontrare nuove persone e capirle meglio, come spesso sono certe opportunità nella vita. Un ritratto di atmosfera esplorativa e mistificante. Brand New Dawn dipinge una speranza per un futuro migliore per noi esseri umani e coincide con il sogno che di Antonija che la sua musica sarà in grado di toccare sempre più anime, per comunicare loro speranza e gratitudine alla vita attraverso la musica. Viva Life è una canzone felice, che celebra la vita e la famiglia che vanno a braccetto. Back to Faith riflette un momento in cui capita di credere in se stessi e nelle proprie azioni. Da quel momento in poi, si percepisce una fiducia in se stessi per creare nuove canzoni e non arrendersi. L'attesa, infatti, rimane una costante nel mondo della musica. Anche Waiting parla dell'attesa: si hanno spesso molte aspettative ma il più delle volte non succede niente. "Qualcuno ti apre una porta o una finestra e poi la chiude davanti alla tua faccia" – afferma Antonija – "Di conseguenza, non è sempre facile conservare la pazienza e persino la gioia di continuare ... Si ha bisogno allora di fare proprie certe cose per farne accadere altre". Taste of Bitter è una canzone amara e auto-riflettente, che descrive la turbolenza e i demoni di Antonija che stava affrontando mentre entrambi i suoi genitori morivano nel giro di un anno l'uno dall'altra, in un così breve periodo di tempo. La canzone è pesante e triste, ma dentro c'è una traccia di speranza. Worth Living For, infine, è stato ispirato da momenti che divampano o fanno brillare la nostra vita, "quando le persone si sentono a casa con alcune delle mie canzoni, quando una donna sconosciuta mi manda un video del suo bambino, che è stato ipnotizzato da una delle mie canzoni, quando i miei figli fanno gesti gentili, quando ottengo impressioni sincere dal pubblico dopo i miei concerti, ... "Questi sono i momenti indimenticabili pieni di gratitudine, per i quali vale la pena vivere!" |